Non ho più niente da dirti/ non ho più niente da farti/ statti bene e vieni in sogno a dirmi se sei contento di tutto quello che ti abbiamo fatto.
È la conclusione di un antico lamento funebre, una sorta di ultimo saluto al defunto. Eco di un tempo lontano in cui il decesso non era una questione privata da nascondere ma un avvenimento che coinvolgeva l’intera comunità. Dal 18 al 29 agosto – in Lucania, Campania e Calabria – Mariangela e Vinicio Capossela proveranno a far rivivere gli antichi rituali attraverso Trenodia, un’opera d’arte collettiva che coinvolgerà il pubblico in una serie di iniziative legate al pianto.
Non solo quello per i defunti, ma per tutto ciò che ciascuno riterrà meritorio di lacrime. Un pianto rituale che nulla ha da spartire con il piagnisteo di chi si sente sconfitto prima ancora di aver iniziato a lottare. Un pianto rituale impersonato dalle prefiche che mettevano in scena un dolore fatto di urla, capelli strappati, pezzuole lacerate con i denti, guance graffiate.
Era quel pianto a salvaguardare la famiglia del defunto e la stessa comunità, evitando gesti estremi per la perdita del congiunto e restituendo congiunti ed amici ai doveri della vita, come sosteneva l’antropologo Ernesto De Martino.
Le prefiche, con nomi diversi, erano diffuse in gran parte del Sud ed anche in Sardegna, in Brianza, per arrivare sino in Romania ed in Russia.
Quanto a Trenodia, sarà un corteo con centinaia di prefiche che rispetteranno gli elementi tradizionali del canto funebre, dai testi alla melodia sino alla gestualità. Con un primo appuntamento nella Calabria Ionica per poi trasferirsi in Alta Irpinia e raggiungere Tricarico in Lucania il 27 agosto. Per concludersi infine a Matera, capitale europea della cultura.
I partecipanti possono essere protagonisti sin dalla fase della tintura degli abiti con il nero del lutto, per continuare nelle processioni attraverso i paesi e le campagne prima di dedicarsi al Banchetto funebre, simbolo della coesione della comunità, dell’allontanamento dal dolore e del ritorno alla vita.