Non è certo facile creare un’opposizione credibile sinistra in Italia. Non perché la maggioranza sia perfetta o perché non lasci spazio agli avversari. Tutt’altro: ci sono troppi spazi e diventa difficile gestirli per una sinistra che era abituata ad occupare tutti i posti di potere, tutte le trasmissioni televisive e senza il fastidio di doversi confrontare con una destra muta e rassegnata. Adesso, invece, non si sa cosa fare nelle immense praterie dell’opposizione.
Da un lato è evidente che la gauche monomaniaca dei diritti di genere non scalda i cuori della stragrande maggioranza degli italiani impegnati ad affrontare problemi ben più seri. Però Schlein ed il suo circolo arcobaleno insistono e gli elettori, a loro volta, insistono ad ignorare questo tipo di sinistra.
Allora è partito il tentativo di rilanciare la protesta studentesca, puntando sul caro affitti. E si è visto che il nuovo corso gauchista non funziona. Perché si sono scelti, come rappresentanti della contestazione studentesca, personaggi che sono sembrati una riedizione triste delle famigerate “sardine”. Già finite nella padella del potere le sardine originali, non si sentiva proprio il bisogno di replicanti che, in alcuni casi, sono fuggiti con le rispettive tende alle prime gocce di un temporale primaverile.
E poi, soprattutto, è mancata la volontà di saldare la protesta degli studenti con quella delle famiglie alle prese con il problema dell’alloggio in tutte le grandi città. D’altronde la sinistra in stile Cirinnà, con mega tenuta a Capalbio, non sarebbe stata credibile nel cavalcare una protesta contro i rentiers gauchisti che campano benissimo sugli affitti da capogiro, o contro i compagni palazzinari.
Dunque protesta abortita. E allora cosa resta?
Restano le rare paladine delle borseggiatrici straniere e degli stupratori purché stranieri. Perché, poverini, non si sentono ben accolti e non riescono ad inserirsi. Ogni volta che le paladine vanno in tv, la destra conquista consensi.
Resterebbe l’economia. Ma è qui che si vede tutto l’imbarazzo di una sinistra allineata agli stessi poteri forti della destra fluida. Perché, per dimostrare che le sanzioni imposte da Biden fanno bene all’economia, la sinistra e la destra fingono di entusiasmarsi per una crescita del PIL dell’1,2% che, nella realtà, è un fallimento che impedisce qualsiasi ripresa. E, insieme, fingono di non vedere l’inflazione che divora il potere d’acquisto delle famiglie. Fingono di non vedere il declino. Contano solo Biden e Zelensky.
Ed allora il massimo dello scontro è sulla precarietà. Tanto per far sapere di non essere proprio uguali, destra e sinistra.
Nel frattempo svaniscono i pentastellati, Dibba prepara le sue piazze virtuali e reali, Rizzo dice cose intelligenti ma non conquista voti, Renzi e Calenda sopravvivono a loro stessi, alternative non se ne vedono e metà elettorato resta a casa per non partecipare ad un giochino che non diverte più. In fondo è più interessante seguire le elezioni negli Stati Uniti per capire chi sarà il prossimo padrone che spedirà ordini a Meloni e Schlein.