E poi ci si stupisce se in Italia la credibilità della classe dirigente tende ormai a zero. I media di servizio raccontano che – grazie a Sua Divinità Mario Draghi ed ai ministri tecnici – il nostro Paese è all’avanguardia in Europa nella transizione ecologica, nell’attenzione verso l’ambiente, nel cambiamento. Poi, però, si vanno a leggere i dati reali e si scopre che tutti mentono alla grande.
Ieri l’Acea (l’associazione dei costruttori europei dell’auto) ha rilevato che in settembre si registra un boom nelle vendite di auto elettriche pure (BEV) o ibride con la spina (plug-in) dovuto al crescente interesse verso questo tipo di veicoli e probabilmente anche al fatto che presso le concessionarie di tutta Europa vi è ancora una buona disponibilità di auto di questo tipo da collocare sul mercato. E sino a qui, nessun problema se non quello della carenza di altre auto per il calo di produzione legato alla mancanza di semiconduttori.
Ma il Centro studi Promotor aggiunge che “nel Regno Unito in settembre, mentre le immatricolazioni accusano un calo del 37,3% su settembre 2019, la quota di mercato delle auto elettriche (BEV) si è attestata al 15,2%, mentre l’ibrido plug-in ha toccato il 6,4%”. Un caso isolato? Macché. “In Germania in settembre, a fronte di un calo delle immatricolazioni del 19,5% su settembre 2019, la quota delle elettriche ha toccato il 29% e quella degli ibridi plug-in è arrivata a superare il 13%”. Per quanto riguarda l’Italia in settembre le immatricolazioni di autovetture hanno fatto registrare un calo del 26,2% sul 2019, ma la quota di mercato delle auto elettriche è pari all’8% mentre la quota delle ibride plug-in è salita al 5,2%. Livelli non proprio da primi della classe non solo nel mondo ma neppure in Europa.
Per Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, è apprezzabile la proposta lanciata nei giorni scorsi dal viceministro allo Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin per rendere strutturali gli ecobonus per l’acquisto di vetture elettriche o a basso impatto con uno stanziamento annuo di un miliardo. Quagliano ritiene positivo che si superi la logica degli incentivi stop and go offrendo un forte contributo al contenimento delle emissioni nocive, creando un quadro di certezze per la transizione verde che in prospettiva potrebbe prendere il posto del quadro di buone intenzioni che ha fin qui caratterizzato il mercato dell’auto ad emissioni zero o contenute.
Nella prospettiva di accelerare la sostituzione del parco auto per renderlo meno inquinante e più sicuro – aggiunge Quagliano – importante sarebbe, poi, rendere strutturali anche gli incentivi recentemente approvati per l’acquisto con rottamazione di auto usate Euro6 e il modo migliore per farlo potrebbe essere l’eliminazione dell’imposta sui passaggi di proprietà delle vetture usate, imposta che negli altri paesi europei non esiste o è molto inferiore a quella che si paga in Italia.