In un sistema normale, prima si migliora un servizio e poi lo si fa eventualmente pagare di più per premiare investimenti e innovazioni, migliorie ed ulteriori comodità. A Torino l’amministratore delegato dell’azienda di trasporto pubblico (Gtt), Serena Lancione, ha deciso di sperimentare il metodo opposto: i sudditi devono pagare di più per il trasporto e per i parcheggi mentre Gtt utilizzerà, forse, i soldi degli utenti per provare a migliorare, in futuro, il servizio.
Tanto per chiarire la qualità dell’offerta è sufficiente ricordare che l’unica linea di metropolitana presente in città è stata chiusa per un mese per interventi di manutenzione e quando è stata riaperta al pubblico ci si è trovati con una lunga serie di scale mobili, ascensori e persino una scala di marmo bloccate.
Quanto alla frequenza dei passaggi dei tram e degli autobus, è inadeguata nei giorni “normali”, ma diventa indecente durante l’estate. Perché evidentemente, secondo madame Lancione, d’estate i torinesi non lavorano ed i turisti non arrivano. Un’idea come un’altra. Ma un’idea sbagliata.
Ora, però, per il servizio insufficiente si pagherà di più. Una magistratura diversa magari interverrebbe per impedire di far pagare di più un servizio che non viene corrisposto. Ma a Torino, ovviamente, non succede. Suddito, taci e paga. Perché, in futuro, ci saranno autobus ecologici. Per il momento, però, restano in servizio quelli inquinanti, perché le alternative non ci sono. Gli aumenti sì, i nuovi autobus arriveranno. Forse.