Tre Donne. Uno dei dipinti più suggestivi ed evocativi del ‘900. Uscito dal pennello, e dal genio irregolare, di Umberto Boccioni. Opera di rara bellezza ed eleganza formale, ché il Boccioni non fu, solo, uno dei massimi esponenti del Futurismo. Un maestro della sperimentazione, capace di cogliere le figure nel loro continuo, dinamico, sovente forsennato divenire. Aveva il tratto elegante e suggestivo di un grande del Rinascimento. Quando e se voleva. Non fosse morto troppo presto – il calcio di un mulo durante la Grande Guerra, se non ricordo male – avrebbe, certo, conosciuto un’evoluzione non dissimile da quella dell’altro grande suo sodale. Giacomo Balla. O da Sironi. La riscoperta di un nuovo ordine formale. Dopo il caos creativo delle Avanguardie…
Ma torniamo a queste Tre Donne. Tre figure che sembrano emergere dalla luce che entra da una finestra. I critici parlano di fase di transizione dal Divisionismo, che Boccioni aveva imparato proprio da Balla, e la prima adesione al Futurismo. Visto che la datazione si situa tra il 1909 e il 1910. Quando incontrò Marinetti…. Ma io non sono un critico d’arte. E questa mia non è una lettura tecnica del quadro. Mi limito a cercare di descrivere ciò che mi colpisce. Le emozioni che mi trasmette. E i pensieri che suscita in una sorta di concatenazione…
Tre figure femminili. Quiete. Vagamente malinconiche. Ma luminose. Dicono che quella in primo piano, seduta, sia la madre del pittore. Quella di lato la sua amante. E quella in fondo, più giovane, i capelli leggermente scomposti, la sorella… Tuttavia ogni identificazione, anche la più esatta, mi sembra irrilevante. Le tre figure emergono da una luminosità intensa, e ricca di sfumature. In realtà non sono definite da un tratto preciso, che delimiti e definisca esattamente i loro corpi. Piuttosto, sono parte della Luce. Epifanie. Apparizioni. E gli abiti leggeri, in stile che mi sembra consonante con il gusto della moda Liberty, accentuano questa sensazione.
Una visione angelica… azzarderei. Non dissimile da quelle del Segantini. Apparizioni, rivelazioni… metafisiche.
Quello che mi colpisce, però, è la diversa età delle tre Donne. La giovinezza sullo sfondo. La maturità al centro. E , infine, in primo piano la… vecchiaia, ma mi pare un termine quasi inappropriato. Come pure gli altri. Piuttosto… L’Aurora, il Meriggio, il Tramonto. Perché, in fondo, sempre di Luce stiamo parlando…
Le tre Donne vengono dalla Luce. E sono esse stesse la Luce. È come se Boccioni avesse intuito il mistero di ciò che Goethe chiama il Femminino Eterno. Negli ultimi versi del Faust.
È questo mistero avesse poi scomposto in una triade. Tre Donne che gli erano venute intorno al cuore… Come nella Canzone di Dante. Come nel II canto dell’Inferno. La teoria delle Tre Donne pietose. Che pregano per il poeta. E la loro preghiera gli schiude le Porte del Cielo. Salvandolo dalla Selva Oscura.
Tre…. Maria, Lucia, Beatrice. La Madre, l’Amata, e la portatrice di Luce. Sorta di Trinità al femmine. Ereticale, forse. Ma straordinariamente Possente. Ed evocativa. Perché Tre sono le Parche che tessono il destino degli uomini. E Tre anche le Norne del mito norreno… Se vogliamo Tre le streghe di Macbeth, nella versione cupa di un immaginario elisabettiano….
Analogie facili… Anche alquanto campate in aria, certo. Arbitrarie. E tuttavia questo non è un saggio con pretesa di rigore. Solo…Un affollarsi, concatenarsi di immagini, di pensieri… di echi. Di fronte al quadro di Boccioni. Che non so, e neppure voglio, interpretare. O, peggio, spiegare…
Però, in queste tre Donne generate dalla luce, mi sembra di vedere qualcosa. Qualcosa che l’artista vide. O solo intuì in un lucido sognare. E vi diede forma fluttuante. Un insieme di riverberi e colori.
Il modo in cui si rivela il mistero della vita….
1 commento
Oggi non posso trattenere un mio slancio, sebbene in poche piccole parole,che non vanno ad aggiungere nulla,ma tanta, troppo è la bellezza di quest’ opera che pure conoscevo,come qualcosa che dentro mi è rimasto di Sironi e Balla, tre grandi di cui mi sono innamorata.Della madre di Boccioni potrebbe esserci anche un ritratto, perché rivedendo questo quadro, mi è come riapparsa la figura della madre da sola.O forse è il ricordo di una parte dell’ opera sezionata e su cui mi ero imbattuta per caso.Anche di Balla ricordo sempre un ritratto che trovo bellissimo, chissà perché addirittura ora penso anche al nome della donna(moglie) Carla, ma sto sbagliando certamente ed andrò a verificare.Tre artisti che amo proprio nel figurativo.E mi si perdoni l ignoranza,non essendo riuscita a tacere