Dopo la pagliacciata del suk parlamentare è arrivato il momento di “mettere le ali al folle volo”. Questa volta non c’entrano Dante ed Ulisse. Il folle volo è richiamato ed auspicato da Giulio Tremonti nella splendida prefazione al volume “L’Italia del futuro” curato da Francesco Carlesi e pubblicato da Eclettica. Tremonti, purtroppo, alle geniali analisi dei suoi libri non ha fatto seguire una coerente azione di governo, ma almeno le sue valutazioni rappresentano una più che condivisibile indicazione sul che fare e sul dove andare.

Forse l’ex ministro pecca di troppo ottimismo nei confronti degli italiani. Che sono perfettamente rappresentati dallo squallido spettacolo offerto in senato. Ciampolillo e Nencini sono il simbolo di questo Paese di vigliacchi che spiano dai balconi, di terrorizzati per un colpo di tosse, di coscienze in cerca di un compratore. Il governo degli Incapaci guida il Paese degli Incapaci.
Ed il Rinascimento sognato ed auspicato da Tremonti appare sempre più lontano, cancellato dalle boldrinate politicamente corrette che censurano un grande passato per evitare il confronto con un presente indecoroso.
Forse per questo il volo è “folle”. Perché appare disperato. Perché la pista di decollo è ingombra di schifezze. Ma proprio per questo è indispensabile sollevarsi dalla porcilaia, sorvolare il foro boario, lanciare il pitale sul suk immondo.
Facendo piazza pulita di tutti i luoghi comuni imposti in questi anni. A partire dalle “magnifiche sorti e progressive” legate alla globalizzazione, all’irruzione dei capitali stranieri che hanno acquistato il meglio lasciando i rifiuti. Rivedendo i rapporti con l’Europa che ha, giustamente, approfittato dell’incapacità e del servilismo dei governi italiani (non solo dell’ultimo).
Partner europei, scrive Tremonti, che “hanno guadagnato facendoci pagare i loro conti, acquisendo le nostre imprese e puntando al nostro risparmio, spiazzandoci politicamente e da ultimo, anche per questo, oltre che per la emergente demenza della politica italiana, affidandoci con benevolente gratitudine la missione di gestire le migrazioni dall’Africa verso l’Europa”. Che poi ha significato dall’Africa verso l’Italia.
Ora, però, bisogna volare. E per questo occorre liberarsi dalla paura che ha fatto accettare, per pura viltà, la rinuncia alle libertà in nome dell’effimero diritto all’immortalità. Che ha fatto accettare, vilmente, l’instaurazione di un regime poliziesco che fa la guerra agli italiani rei di voler vivere e dimentica di intervenire contro i venditori di morte.

È ora del folle volo.