“Bisogna evitare gli assembramenti”, urlano come ossessi i ministri ed i neocantanti pronti a tutto pur di non mollare la scena. E prontamente tutti si adeguano. A partire da Trenitalia che, sulla tratta Torino-Milano, ha ripreso la buona e vecchia abitudine di chiudere alcuni vagoni, obbligando i passeggeri ad accalcarsi negli spazi lasciati aperti. Però, visto che sono assembramenti ideati per ridurre i costi aziendali (mica i biglietti per i sudditi), fanno bene alla salute. Il Covid rispetta le aziende parsimoniose a danno degli utenti.
Curiosamente non ha nulla da dire neppure Gabusi, il peggior assessore regionale piemontese che, in teoria, dovrebbe occuparsi anche dei trasporti oltre a tutelare gli incassi dei bar del centro di Torino con l’obbligo di lavoro in presenza per i dipendenti pubblici. E chissenefrega se i contagi sono ripartiti. L’importante è che quei baristi siano contenti (e poi votano per Lo Russo e la sinistra, ma tanto Gabusi ha già il suo posto in Regione). E che sia contenta Trenitalia, con cui la Regione ha appena siglato il nuovo ricco accordo pagato dai sudditi. Che, per premio, vengono immediatamente presi in giro dall’azienda.
Strano che, su questa ennesima porcata, non intervengano i virologi canterini in cerca di visibilità. Troppo impegnati a prepararsi per Sanremo? Per questo non si accorgono che gli assembramenti creati da Trenitalia creano contatti molto più ravvicinati rispetto a quelli di una tavolata al cenone di capodanno. Però si può criticare Trenitalia e la gestione dei trasporti nazionali e locali? No, ovviamente. Si può ricordare che i problemi della ressa sui mezzi pubblici di trasporto erano ampiamente conosciuti e non è stato fatto assolutamente nulla per affrontarli e superarli? No, ovviamente.
E cosa è stato fatto per le scuole al di là della vergogna dei banchi a rotelle? Nulla, come sempre.
Perchè è più facile prendersela con i genitori che non vaccinano i neonati, con le famiglie che avevano creduto che la seconda dose servisse davvero e poi hanno fatto anche la terza dose e scoprono che non basta ancora. Serve solo per lavorare da schiavi, ma non per divertirsi da uomini liberi.