Trump continua a seminare dubbi sulla legittimità delle elezioni, tanto che ha ribadito di non essere sicuro che le elezioni possano essere “oneste” a causa del voto per posta. Un voto che tende a favorire i dem e che probabilmente ritarderà di giorni la proclamazione del vincitore.
Dalla Casa Bianca si precisa che il presidente accetterà solo i risultati di elezioni libere e giuste. Intanto negli Stati Uniti ormai si teme apertamente che le elezioni del 3 novembre si trasformino in una crisi istituzionale, con caos e proteste di piazza, dopo che Donald Trump si è rifiutato di impegnarsi ad una transizione pacifica in caso di sconfitta. Trump continua a mettere in guardia gli americani sulla legittimità delle elezioni circa il voto per posta, che potrebbe favorire i dem, sostenendo che “il processo elettorale finirà alla Corte Suprema e non potrà essere garantita una pacifica transizione dei poteri”. Secondo il New York Times il Pentagono è in allerta, un’eventuale contestazione al voto di Trump, in alcuni Stati, potrebbe scatenare le rivolte di manifestanti in piazza. Per tutte queste ragioni il Senato ha diffidato Donald Trump di non fomentare comportamenti che sovvertano la volontà popolare.
Trump intanto ha scelto con chi sostituire Ruth Bader Ginsburg alla Corte Suprema. La nuova giudice che sara’ nominata dal presidente americano è Amy Coney Barrett, magistrato della corte d’appello di Chicago ed ex assistente del defunto giudice conservatore della Corte Suprema Antonin Scalia, nota per le sue posizioni anti abortiste. Amy Coney Barrett, 48 anni, sette figli (due dei quali adottati ad Haiti e un figlio biologico più giovane affetto da sindrome di Down), cattolica fondamentalista, fu nominata nel 2017 da Trump come giudice della corte d’Appello del Settimo distretto di Chicago. La visione giuridico-culturale di Amy Coney Barrett è antiabortista e contraria ai matrimoni gay. La giudice ha anche votato a favore delle politiche di immigrazione intransigenti del presidente Trump e ha espresso opinioni a favore di ampi diritti sulle armi. Già questo basterebbe a spiegare quale sarebbe l’impatto della sua nomina sull’orientamento della Corte Suprema e quindi sulla società e la politica americane.
Trump, con la scelta della giudice Barret, intende sigillare in Alta Corte una maggioranza conservatrice di 6 giudici di nomina repubblicana contro 3 di nomina democratica. La stessa Alta Corte che con ogni probabilità si troverà a risolvere le controversie legali dopo l’Election Day nel caso di elezioni contestate.
Amy Coney Barrett si è da sempre dichiarata contraria all’aborto e nel 2013 ammise che fosse “molto improbabile” che la Corte Suprema potesse capovolgere la Roe vs Wade, la storica sentenza del 1973 che legalizzò le interruzioni di gravidanza negli Stati Uniti. “L’elemento fondamentale del diritto della donna a scegliere probabilmente resterà. La controversia è sui finanziamenti, ovvero se gli aborti devono essere finanziati dal pubblico o dal privato”, spiegò allora. Nonostante queste precisazioni si prevede che Amy interpreterà la Costituzione americana nella forma più conservatrice possibile. La Barrett sarebbe infatti il sesto membro cattolico tra i nove che compongono la Corte, con il potere quindi di plasmare la legislazione e di conseguenza l’intera società americana.