Sono cattivi quelli di Striscia la Notizia. Non bastava Staffelli impegnato a dar la caccia a povere ragazze che si dedicano al borseggio nella metropolitana di Milano. No, hanno dovuto aggiungere anche il biancovestito Morello che si è messo ad infastidire le borseggiatrici a Venezia. E secondo Striscia, cosa dovrebbero fare le povere giovani per sopravvivere? Mettersi a lavorare? Non sia mai.
Per fortuna ci pensa lo Stato a fare giustizia. Così le ragazze di Milano non finiscono in galera ma vengono gentilmente invitate a tornare nei campi rom da cui provengono. E pazienza se, per liberarsi di Staffelli e delle sue squadracce, le povere borseggiatrici sono state costrette a sputare, a spintonare ed a malmenare gli importunatori.
Va ancora meglio a Venezia. Dove le forze dell’ordine minacciano di prendere provvedimenti non contro le eroiche borseggiatrici lagunari ma contro le cattivissime vittime che hanno osato difendersi, ribellarsi e trattenere le ladre. Mentre altri uomini in divisa si rifiutano di accettare una denuncia contro una borseggiatrice e la trasformano in una denuncia contro ignoti.
Però Staffelli tranquillizza tutti: grazie alla riforma voluta dal governo Draghi, le ladre verranno processate solo se le vittime si presenteranno al processo. Dunque, senza aver nessuna speranza di riavere i propri soldi, le vittime dovrebbero affrontare le spese di viaggio e di soggiorno per assistere ad una ramanzina del giudice nei confronti delle ladre. In pratica si assicura la completa impunità alle borseggiatrici. Mentre le punizioni non mancheranno contro eventuali reazioni delle vittime.
Una logica perfettamente in linea con il pensiero unico obbligatorio. Che tutela i criminali e manda in galera chi si difende. Ma il nuovo governo non ha mosso un dito per cambiare leggi assurde e comportamenti indecenti. Meglio dedicarsi alle intercettazioni telefoniche, alle carriere dei magistrati. Interventi esclusivamente a tutela della casta e di chi sta intorno alla casta. Il mondo esterno, quello reale, pare non esistere e non interessare a nessuno in parlamento.