26 maggio. Data fatidica non solo per le elezioni del mai sufficientemente vituperato Parlamento Europeo. Ma anche per il rinnovo di parecchie amministrazioni locali.
Diverse decine in provincia di Pavia – tra cui quella dello stesso capoluogo – nonché di centri di varia densità abitativa. Alcuni decisamente di primo piano. Citandone due, Stradella e Varzi. Senza nulla voler togliere ad alcuno, proprio in senso del tutto casuale. Mentre le due altre città principali del territorio, ovvero Vigevano e Voghera, scaldano i motori per il 2020. Si fa per dire, giacchè la campagna elettorale a qualsiasi livello più che ininterrotta è decisamente perpetua. Oltrepassando il confine regionale, nemmeno la popolosa Tortona in provincia di Alessandria si sottrae alla “mannaia” dell’elettorato.
Già. Perché negli ultimi mesi, specie nei centri più popolosi dove la distinzione tra le varie formazioni politiche appare più netta, è avvenuto un po’ di tutto.
“Must” del periodo è stato un deciso ingrossamento dei vari gruppi misti presenti nei vari consigli comunali. Specie in considerazione del fatto che la supremazia d’una certa formazione politica parrebbe più che netta. Anche perché, sentendo puzza di bruciato visti gli esiti di qualunque consultazione ad ogni livello, parecchi si sono resi conto della necessità di cambiare domicilio. Per cui, evitando di sfacciatamente passare ad un’altra formazione, tale minestrone è davvero il rifugio ideale.
Ma la “sosta ai box”è davvero del tutto teorica. Solo per i personaggi più abrasi politicamente (per non volgarmente dire “sputtanati”) le porte sono chiuse a doppia mandata. Per altri, alcuni (va detto) di indiscutibile rispettabilità e prestigio, pur sempre vale l’adagio d’aver preso fischi per fiaschi. Anche il sostegno a movimenti locali appare ben più identificabile a seconda di chi l’appoggi o meno.
Ma dove il numero di abitanti è decisamente più contenuto, grazie al numero incalcolabile di liste civiche la distinzione appare ben più ardua. Più semplice è camuffarsi, magari con la scusa di rimanere comunque nel precedente recinto politico, del tutto teorico. Seguendo come un cagnolino al guinzaglio del proprio padrone un fiammante candidato che tanto di nuovo sa anzi d’antico. Per cui via a sbizzarrirsi con i vari “Insieme per”, “Progetto X”, “Rinnoviamo Y”, “Uniti a Z” e così via.
Indipendentemente da quelle che possono essere le simpatie o meno a livello del tutto personale, si sente tanto parlare di “nuovo che avanza”. Ma ne siamo proprio certi?
Tornando al sopracitato minestrone, trattasi d’un piatto che non tutti apprezzano.
Se riscaldato poi…