In fondo la transizione ecologica è abbastanza semplice sotto l’aspetto dei trasporti: basta con le auto alimentate a benzina e gasolio, via libera solo all’auto elettrica. Considerando i costi significa che gran parte della popolazione dovrà rinunciare al trasporto privato. E considerando lo stato del trasporto pubblico in Italia, significa che la maggior parte delle località turistiche non sarà più raggiungibile.
Anche in ambito alimentare la transizione ecologica è semplicissima. Disgustosa ma semplicissima. Basta con polenta e salsiccia, via libera a polenta con larve e cavallette. Basta con pasta con il ragù di carne, basta con fiorentine, con bolliti misti, con tartare. In tavola solo alghe, tofu, pillole preparate da Big Pharma in collaborazione con i grandi gruppi che controllano il cibo.
Più difficile individuare l’evoluzione (o l’involuzione) dell’abbigliamento. Solo capi riciclabili, certo. Ma riciclabili potrebbe non bastare. Devono essere biodegradabili. Bellissimo! Dunque bisognerà sacrificare un bel po’ di terreni agricoli destinati alla coltivazione di prodotti per l’alimentazione umana per destinarli alla coltivazione del cotone, della canapa, del lino.
Su Rai 1 un vergognoso servizio ha sottolineato la totale biodegradabilità della pelle. Dichiarazioni da arresto immediato ed invio in campi di rieducazione in stile khmer rossi. La povera produttrice di capi in pelle sosteneva che, in fondo, lei lavorava con scarti della macellazione. Come se la transizione ecologica potesse contemplare ancora la macellazione. Niente carne, dunque nessuna macellazione e sterminio immediato di tutte le vacche da carne. In realtà non sarà più tollerato neppure lo sfruttamento degli animali per il latte. Dunque eliminazione di vacche da latte, pecore, capre, asine. Perché, ovviamente, la Terra non può permettersi il mantenimento di tutti questi animali in libertà, poiché i campi devono servire per verdure, frutta, legumi, cereali.
Niente più animali domestici, e scomparsa pure dei formaggi, simbolo dello sfruttamento animale da parte dell’uomo. Niente lana, di conseguenza. Forse la seta sarà permessa, ma bisognerà discutere della felicità dei bachi. In fondo si sono già realizzati abiti utilizzando le bucce delle mele o delle arance. Magari anche le scarpe si faranno con le foglie.
C’è ancora da risolvere un piccolo problema: gli abiti in seta, lino e pure canapa hanno costi non affrontabili da un’ampia parte della popolazione. Potrebbe essere un vantaggio: il ministro Saingoleni/Cingolani ha spiegato che il mondo è progettato per 3 miliardi di persone. Dunque siamo troppi. E se qualche miliardo di terrestri non potrà vestirsi, morirà di freddo. La Terra sarà popolata da un numero adeguato di esseri umani. E la transizione ecologica sarà realizzata.