Natale è ormai trascorso. In un’atmosfera uggiosa. Pioggia a intermittenza. Scirocco, che ti fa sentire la pelle sudata. Più clima da giorni dei Morti, che natalizio. Non resta che stare in casa. Anche perché, fuori, c’è ben poco da fare. E, soprattutto, dove andare.
Un tempo, il pomeriggio di Natale si cercava di smaltire il pranzo, sempre troppo sovrabbondante, con una passeggiata. Serale, lungo il Viale. Sino alla Piazza della mia città. Era una sorta di tradizione. Si convergeva li. Per scambiarsi gli auguri. E, facilmente, per il bicchiere della staffa. Che, poi, in Veneto, le staffe si moltiplicavano. E così i brindisi. E si tirava tardi. Poi, la sera del 25, ben difficilmente si cenava. Al massimo una fetta di panettone. Frutta secca. Datteri. Roba così, di sfizio…
Qualcuno andava al cinema. Anche se, per lo più, era abitudine per Santo Stefano. Comunque era l’apoteosi dei film targati Disney. Con i quali la mia generazione è cresciuta. Da Biancaneve in poi. Passando attraverso cartoni famosi – ricordo “Il libro della jungla”, con lo straordinaria ballo di Baloo, “Peter Pan”, e tanti altri – e anche film con attori. “F. B. I. operazione gatto”, “Sette bassotti per un danese”, quelli che ancora mi restano impressi… Per altro, il leggendario Walt Disney morì proprio in prossimità del Natale… stavo facendo l’albero, e la cosa mi colpì. Profondamente. Oggi ne dicono male. Sarebbe politicamente scorretto. Razzista. Secondo alcuni addirittura simpatizzante di Hitler… Bah… a me i suoi film continuano a piacere. Quelli di una volta, però…. Oggi, avranno anche maggiori strumenti tecnici, ma hanno perso l’incanto. E poi non c’è più quel vecchio reazionario di Walt a sovrintendere. E si vede…
Qualcuno al cinema, a Natale, prova ad andarci ancora. Infatti, la Vigilia, d’avanti alle Farmacie c’erano code da pazzi. Tutti in attesa del tampone, oggi necessario se vuoi accedere a feste, cinema, teatri.. anche se sei stato già plurivaccinato. Per tacere dei tanti che dovevano partecipare a pranzi e cenoni con parenti, anche stretti, ipocondriaci. Che vogliono vedere il Green Pass, manco fossero carabinieri… bello questo moderno Natale, festa della famiglia…belle famiglie… Per altro anche per andare in Chiesa alla messa… Bah, lasciamo perdere….
Intanto anche questo Natale è passato. Questo strano Natale. Le immondizie sono piene di carta regalo stracciata, scatole vuote. Avanzi di cenoni. Resteranno lì a imputridire, probabilmente sino al Nuovo Anno. Tanto, non ci sono elezioni in vista…
Al Polo Nord, Babbo Natale si riposa. Comincia il suo lungo sonno. Tornerà il prossimo anno. Comunque, e nonostante tutto. Perché lui è un simbolo. Del Tempo Cosmico. Che sempre si riavvolge su se stesso. E, una volta all’anno, fa irruzione nel nostro tempo ordinario.
Le renne sono nella stalla. Gli elfi bevono cioccolata calda accanto al camino…
Pensieri oziosi. In un Natale uggioso. Guardando la pioggia che cade sempre più fitta. Ascoltando il silenzio della città deserta. E anche questo è andato….