Prima Giorgio Armani che fa sfilare, sulla passerella di Milano, coppie eterosessuali di innamorati per chiudere la presentazione della sua collezione. “È una scelta precisa, si parla di un uomo e di una donna che si vogliono bene, che si amano. Facciamo vedere questa realtà che piace a tutti. Poi ci sono le trasgressioni, le varianti, le modernità, vanno bene non dico nulla naturalmente. Un uomo e una donna che si amano piacciano a tutti”. Poi il grande violinista Uto Ughi che stronca i Maneskin in quanto rappresentano “un’offesa alla cultura e all’arte… ogni genere ha diritto di esistere, però quando si fa musica e non quando si urla e basta”.
Ed i chierici della disinformazione italiana vanno in crisi. Cercano di cavarsela facendo capire che i due, Armani e Ughi, sono anziani, due nonnini che sono ormai fuori di testa. Da sopportare pazientemente nonostante queste sparate fuori luogo. Perché, in effetti, è difficile contestare Armani come stilista e Ughi come musicista. Il primo – che non ha mai nascosto la propria omosessualità – capisce di moda molto più di qualsiasi giornalista del settore. Ed il secondo, probabilmente il più grande violinista vivente, non può certo essere tacciato di incompetenza da chi si esalta per un Festival di Sanremo trasformato nella brutta copia della Festa dell’Unità.
Ma non è solo il valore della critica giornalistica nei rispettivi ambiti ad essere messo in dubbio. È la narrazione stessa della società da parte di una piccola casta al servizio di interessi sempre più lontani dalla realtà quotidiana degli italiani. Una casta che ignora il congiuntivo e le differenze tra i pronomi, tra soggetto e complemento, però pretende di rappresentare l’avanguardia culturale del Paese. Come se l’ignoranza ed il cattivo gusto rappresentassero il Pass per la modernità. Mentre la cultura e la competenza fossero retaggi del passato da eliminare.
È buffo l’atteggiamento dei chierici. Gli stessi che difendevano gli arresti domiciliari di massa perché erano stati imposti da luminari della virologia (“hai una laurea in Covid? No? E allora stai zitto e obbedisci a Crisanti & C.”), ora pretendono di mettere sul medesimo piano un grande stilista, un grande musicista con ragazzotti creati dai media, privi di talento musicale sostituito dall’ostentazione di reggicalze per i maschi, dal mangiare con la bocca spalancata perché fa tanto trasgressivo, dal dichiarare qualsiasi cosa sia politicamente corretta su argomenti che non conoscono.
Una menzogna mediatica da contrapporre a vite di qualità e di successi ottenuti grazie a questa qualità e non alle false provocazioni. Adesso qualcuno vuol dimostrare di essere più avanti di Armani e Ughi in queste critiche. Di esserci arrivato prima. Di aver fatto analisi anche più profonde. Tutto vero, probabilmente. Ma se il signor Nessuno e la signora Sconosciuta dicono e scrivono cose intelligenti, ottengono il plauso della famiglia e degli amici (quando va bene). Se sugli stessi temi intervengono Ughi e Armani l’onda d’urto è molto diversa. E crea il dibattito. Di cui dovrebbero approfittare i politici che, però, sono troppo terrorizzati dai chierici per potersi esprimere.