Come trasformare una battaglia sacrosanta in una pagliacciata insopportabile. Un capolavoro, quello realizzato dagli ambientalisti di Ultima Generazione, estrema involuzione del gretismo più ottuso. Le loro performances nei musei, con imbrattamento di capolavori dell’arte (protetti da vetri) e relative cornici (non protette), hanno già ampiamente stancato. Ed affidandosi agli immancabili emulatori si rischia di ritrovarsi con idioti che non si accorgono nemmeno della mancanza di un salvifico vetro ed imbrattano tutto. O con altri all’attacco delle statue.
Non va meglio, per gli ambientalisti da città, con i blocchi stradali. Loro, quelli di Ultima Generazione, non hanno nulla di meglio da fare. Ma gli automobilisti bloccati stanno andando a lavorare, portano i figli a scuola, portano un anziano ad un controllo medico, vanno a far la spesa per nutrire una famiglia. E, immancabilmente, si arrabbiano se devono perdere tempo perché dei nullafacenti si sdraiano per la strada.
Proteste che assomigliano tanto a quelle delle Femen. Una provocazione all’inizio, quando rappresentava una novità; una pagliacciata successivamente, fastidiosa e ripetitiva, incapace di suscitare scandalo e, di fatto, sparita dalla scena.
Gli iper gretini di Ultima Generazione rischiano di svanire come le Femen, ma molto più velocemente. La loro concezione di ambiente è prevalentemente urbana. E nemica dell’uomo. Considerato non una parte della Natura bensì un elemento estraneo. Da far sparire, da eliminare. Ambientalisti da città che considerano la natura extraurbana come un parco giochi dove solo loro possono andare. Cacciando via chi ci vive da sempre, eliminando le popolazioni che la natura l’hanno preservata grazie al loro lavoro.
Ed infatti i gesti degli iper gretini sono assolutamente cittadini. Nei grandi musei, sulle strade urbane. Non vanno a ripristinare i canali sui fianchi delle montagne, non vanno a ripulire i boschi per prevenire gli incendi, non vanno dove la difesa della natura costa fatica.
Però occorre riconoscere la correttezza nella scelta del nome del gruppo: Ultima Generazione. Giusto così. E non perché il mondo finirà per il riscaldamento globale. Ma perché con giovani come loro non c’è speranza in una generazione futura. Incapaci di comprendere il bello dell’arte sono anche incapaci di comprendere l’essenza della Natura. Perfettamente allineati con i cialtroni della cancel culture, perfettamente inseriti nella società malata dello show ad ogni costo. Se fossero loro a rappresentare il futuro ci sarebbe da festeggiare per essere arrivati all’Ultima Generazione. Per loro sfortuna il mondo andrà avanti comunque – a meno di un gesto di ulteriore follia finale di RimbamBiden – ed a sparire saranno gli iper gretini da città.