Il 2022 si è chiuso con il colloquio, in video, tra Putin e Xi. E con la promessa di una visita a Mosca del leader cinese. Già per ciò che è emerso a livello ufficiale ci sarebbero seri motivi di preoccupazione per chi si ostina a difendere un mondo unipolare ed al servizio di Washington. Anche se i chierici atlantisti italiani gongolano perché Pechino non ha annunciato nessun intervento militare a sostegno di Mosca. Basta sapersi accontentare, come Dario Maltese al Tg5.
“La Cina è pronta ad aumentare la cooperazione politica con la Russia, per essere partner globali in una difficile situazione internazionale”. E questo lo ha dichiarato Xi Jinping. Sicuri, al Tg5, che ci sia da festeggiare per un raffreddamento dei rapporti russocinesi? “La Federazione Russa e la Cina continueranno la cooperazione nel campo tecnico-militare”, ha aggiunto Putin. Il fatturato commerciale tra Russia e Cina è cresciuto quest’anno di circa il 25% e si punta ormai verso la soglia dei 200miliardi di dollari. Mica male come Paesi isolati e cancellati dal contesto internazionale.
Ma Pechino guarda ben oltre i confini russi. Un accordo di collaborazione militare è stato raggiunto con l’Arabia Saudita. E l’Ecuador andrà ad aggiungersi a Cile, Perù e Costa Rica per gli accordi di libero scambio con la Cina, con la priorità assegnata alle aziende cinesi nell’acquisto di alcune materie prime dei Paesi latinoamericani. Senza dimenticare che Russia e Cina sono sempre più vicine e Teheran si accorda con il Venezuela.
Sul fronte opposto, invece, crescono le proteste in Europa contro le politiche economiche di Washington che proteggono le aziende statunitensi a danno di quelle europee, di fatto violando tutti gli accordi sul commercio mondiale. E questo non lo dice Putin, bensì Prodi. Ma lo sostengono anche i francesi, scettici sul fatto che le proteste del Vecchio Continente possano far cambiare idea a Biden. Dunque un’Europa sempre meno competitiva rispetto agli Usa, ma che continuerà a strapagare il gas statunitense per favorire la concorrenza nordamericana. Bisogna essere abbastanza deficienti. O forse altro. Così il 2023 si apre per l’Italia all’insegna di nuovi rincari, ma bisogna minimizzare. E con prospettive di recessione, ma bisogna minimizzare. E con una povertà crescente, ma bisogna nasconderlo. Tout va très bien, madame la marquise de la Garbatella..
1 commento
A parte che la situazione è , a dire poco , fluida non vedrei grossi elementi di novità per gli equilibri geopolitici globali
In effetti il 70 % di questi 200 mld sono idrocarburi e materie prime basic . La Russia questo può offrire al mondo
Sono strategicamente e politicamente più pesanti i 40 mld di dollari che gli Usa investiranno
nei prossimi 3 anni per spostare a casa loro parte della produzione della Tsmc di microchip a 3nm per arrivare a breve ad una autosufficienza di almeno il 30% del loro fabbisogno