Con il sesto numero (novembre – dicembre 2020) compie un anno “Il Guastatore”, diretto da Clemente Ultimo e coordinato da Luca Lezzi per le edizioni Reazione di Salerno.
La rivista si è ormai ritagliata uno spazio importante nel panorama dell’editoria non conforme italiana, procurandosi consensi lusinghieri anche al di fuori dell’area politica di riferimento.
Il che è dovuto non solo alle ottime firme che raccoglie, che vanno dagli stessi Lezzi e Ultimo, a Gennaro Malgieri, Marcello de Angelis, Elena Caracciolo e – last but no least – il nostro direttore Augusto Grandi. E i non citati non ce ne vogliano, perché sono altrettanto bravi e preparati.
Il successo della rivista è dovuto soprattutto ai contenuti. Nel primo numero si parlava del ruolo della Destra Politica nel XXI secolo, nel secondo della necessità di rifondare lo Stato, nel terzo della centralità dell’Italia nel Mediterraneo, fino a questo sesto capitolo in cui si disquisisce sul tema del Lavoro tra sfide ipertecnologiche e nuovo sfruttamento.
Ma gli argomenti trattati sono molteplici in ogni numero, tutti affrontati con competenza e nessuna superficialità. Anzi: siamo lontani le mille miglia dal basso livello che il più delle volte riscontriamo in giornali ben più paludati o, peggio, sui social.
Anche la veste grafica, a partire da ottobre, è migliorata: la carta è diventata patinata il che ha consentito di pubblicare anche foto a colori per arricchire l’impostazione generale.
Ci auguriamo che con il nuovo anno, pur con le ristrettezze causate dalla pandemia, possa migliorare anche la distribuzione che, attualmente, è limitata ad alcune librerie e agli invii per posta.
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Non ve ne pentirete!