Un compleanno a Parigi?
Mai visto Parigi.
Sarà stato il Signore degli Anelli terzo episodio in quel cinema di quartiere.
Ti guardavo.
Mi guardavi con quegli occhi di ragazzo vecchio mentre mi dicevi:
“Vorrei festeggiare il mio compleanno a Parigi”
Era Autunno.
Non potevo.
Dovevo lavorare e altro.
Come si fa? Si fa.
Avevo la febbre alta quella mattina in aereo.
Una scommessa.
Vinta, alla sera era passata.
Però non ricordo più molto, come se in fondo ci fosse stata.
Il freddo fuori.
Quella fisarmonica solitaria nella galleria del metrò.
La prima cena in un ristorante turco completamente vuoto.
La camera d’albergo sotto il tetto,
che si raggiungeva in scalata su ripidi gradini di vecchia moquette rossa.
Il caldo dentro.
I nostri giovani corpi sudati di amore.
Il bagno in cui fumavo migliaia di sigarette e a te e a nessuno importava.
L’abbraccio eterno in cima alla torre Eiffel dove non sarei mai più salita
sotto un cielo di nebbia stellata sferzata dal vento.
La ricerca di artisti ai cimiteri
come caccia al tesoro.
La tomba della Santa del mio libro del cuore al Sacre Coeur.
Istanti.
Invisibili al mondo
Come se il mondo si fosse scordato di noi.
Era Autunno.
Con i colori della sciarpa presa a Montmartre per una tua amica che poi hai regalato a me.
L’ultimo caffè in cui mi dicevi che saremmo rimasti amici.
E comunque sappiamo che fu molto di più.
Non un lieto fine per sempre.
Ma in questa vita
Almeno una prima volta a Parigi come si sogna.
Ci sono stata altre volte a Parigi e in fondo ci ho vissuto altre vite.
Ma beata la mia prima volta.
E beati gli uomini che sanno improvvisare.
Sarà che mio padre lo sapeva fare.
Per quel poco che l’ho conosciuto.
Che si fa stasera?
Si parte!
Regaliamo sorprese.
Ma bisogna averla dentro.
Vita accesa.
Sai, tra poco è ora di mettere la sciarpa.