Maurizio Blini, scrittore torinese, ritorna con la dodicesima avventura della coppia Meucci-Vivaldi, “I delitti del dragone. Torino, una nuova indagine di Meucci e Vivaldi” (€uro 12,90, p. 208) pubblicato da Fratelli Frilli Editori, un’indagine avvincente e coinvolgente, in uno dei lati più oscuri e infidi della criminalità.
Torino, domenica 28 dicembre 2020: la Volante 5 riceve dalla Centrale la segnalazione di un possibile furto in una villetta in Via Servais 198. Un signore anziano, che vive nella palazzina di fronte, ha visto degli uomini vestiti di scuro, mascherati, uscire con zaini in spalla e l’ultimo aveva anche un trolley. Gli agenti non sono preparati all’orrore che li investe quando entrano nella villetta; la famiglia cinese che vi abita, padre, madre e due figli, è stata barbaramente uccisa: i genitori prima sono stati orrendamente torturati.
A rendere più complessa la scena del crimine, è il ritrovamento di un muro sfondato, che celava una stanza segreta, in cui trovano degli scaffali metallici a muro, completamente vuoti. Simultaneamente, verso le sei di sera, il cantiere di Chiomonte in Val di Susa, è danneggiato da un’esplosione che causa la morte di due operai e il ferimento di un terzo e le autorità temono che la protesta contro la TAV, possa prendere una deriva terroristica.
Le due indagini procedono parallele e non tardano a rivelarsi un ginepraio insidioso, che mette a dura prova gli inquirenti e le doti investigative di Meucci e Vivaldi. Inseguendo con tenacia e determinazione la verità, dovranno destreggiarsi tra i meandri infidi della mentalità criminale cinese, mentre lo scenario delle due indagini cambia forma, in una partita sempre più complessa, mentre altri giocatori, differenti corpi di polizia e ambigui funzionari cinesi, seguono sempre più da vicino i loro sforzi, manifestando un aiuto ambiguo e interessato.
I colpi di scena si susseguono senza tregua, mettendo a dura prova la resistenza degli investigatori che nonostante pressioni e difficoltà, infrangeranno la barriera che maschera una verità sconvolgente e spietata che li colpirà nei loro sentimenti e valori più sacri, facendo compiere loro una scelta irrevocabile, che salverà la loro dignità di uomini e poliziotti, mentre il covid metterà la parola fine all’indagine in Val di Susa.
Maurizio Blini, ha scritto uno dei suoi romanzi più sofferti e impegnativi, perché affonda le sue radici in una parte profonda del suo vissuto di uomo e di poliziotto, che con empatia umana e rigore intellettuale ha ancora una volta, grazie a una scrittura agile, profonda nell’incarnare in personaggi dallo spessore umano e psicologico notevole e autentico, raccontato le trasformazioni della criminalità dovute alla globalizzazione e gli effetti degenerativi su chi deve affrontarla, in cui il successo prevale sulla giustizia e sull’umanità.