Il manuale Cencelli va in soffitta, arriva il manuale Lo Russo. Il nuovo sindaco di Torino compone la nuova giunta riuscendo ad accontentare (quasi) tutte le innumerevoli correnti che lo hanno sostenuto. Di conseguenza la squadra, ad una prima occhiata, appare rappresentativa ma non di eccelsa qualità. Indubbiamente rispetto ad un passato che ha potuto contare sull’assessore Lapietra, i torinesi possono persino sperare in qualcosa di meglio. Forse il neo assessore ai Trasporti, Chiara Foglietta, avrà anche quella patente che mancava alla disastrosa Lapietra. Però le perplessità non mancano.
A partire dalla scelta di un architetto milanese per occuparsi di urbanistica. Ovviamente nessuno discute le competenze di Mazzoleni, però lo sviluppo di Milano appare poco compatibile con la storia di Torino che si riverbera anche nei palazzi, nella composizione dei quartieri. O forse si riverberava, prima che gli interessi della Fiat e quelli di Pci e Dc si unissero a quelli dei palazzinari per distruggere le periferie ed anche parti delle zone più centrali. Una scelta curiosa, quella di Mazzoleni, soprattutto perché Lo Russo è un docente del Politecnico di Torino e, dunque, conosce perfettamente i suoi colleghi di Architettura. Sarà per questo che li ha scartati?
D’altronde questa ossessione per la rivalità, perdente, con Milano è emersa due giorni fa nell’assemblea dell’Unione industriale di Torino. Incapaci di confrontarsi con le proprie inadeguatezze, gli industriali spostano lo sguardo sul capoluogo lombardo. Non un bel segnale.
Tornando alla squadra di Lo Russo desta qualche dubbio anche la scelta di Rosanna Purchia alla Cultura. E non perché anche lei, come Mazzoleni, arrivi da fuori ed abbia scarsa esperienza di Torino, ma perché come commissario del Teatro Regio si è contraddistinta indubbiamente per aver risanato i conti, ma sulla pelle dei lavoratori. E con scarsi risultati sul piano prettamente culturale. Potrebbe, però, essere una scelta corretta: la cultura di Torino è controllata rigorosamente dal Pd e dai suoi sostenitori. Dunque Lo Russo non ha problemi di visione del mondo e della città, di condizionamento, di egemonia. Ed un assessore attento ai conti può aiutare a contenere gli sprechi dei compagni.
Per altri assessorati, invece, i dubbi riguardano proprio capacità, competenze, propensione al lavoro. Però bisognava accontentare tutti, a partire dai voltagabbana che questa volta hanno scelto la casacca vincente e si sono conquistati anche una poltrona.