Durissimo Maurizio Crozza contro Gilberto Pichetto. Il ministro, secondo le accuse dei media gauchisti, non parlerebbe inglese. Ed allora – si chiede il comico (che in questo caso non è l’intero vertice del Pd) – cosa è andato a fare, Pichetto, all’incontro internazionale sul clima che si è svolto in Egitto? Cosa avrà mai capito il nostro ministro atlantista seppur non anglofono?
Nella foto comparsa durante la trasmissione di Crozza, il povero ministro ostenta uno strano oggetto sul petto, collegato con misteriosi fili che raggiungono le orecchie. Vuoi vedere che in Egitto hanno inventato un apparecchio che consente di ascoltare delle traduzioni? E che se un relatore parla in cinese, Pichetto ascolta il discorso in italiano? Per il comico si tratta, probabilmente, di un miracolo. Ma accade.
Accade molto più di rado – come racconta puntualmente Luca Bagatin su questo giornale – che i videogiochi siano tradotti in italiano. In tutte le principali lingue del mondo, ma in italiano no. Strano, perché quando governava Draghi i chierici di regime raccontavano del boom mondiale di studio della lingua italiana. Macché francese, macché spagnolo! La lingua che tutti volevano imparare era l’italiano. Deve essere solo un problema di sfortuna se, andando in giro per il mondo, trovi molto raramente qualcuno che capisca i turisti italiani se non parlano altre lingue.
Ma nell’immaginario collettivo di un Paese a sovranità limitata – o a sovranità azzerata – i politici italiani devono sapere l’inglese, la lingua del padrone. Poco importa che la Gran Bretagna non faccia più parte dell’Unione europea. A Bruxelles ed a Strasburgo bisogna parlare inglese. Pena le reprimenda di Crozza e dei social. Parlare italiano è da poveracci, da provinciali che non hanno viaggiato per il mondo. Meglio Giggino che ha difficoltà con l’italiano piuttosto di un ministro che non si sottometta ad una lingua straniera. A quella lingua straniera. I servi non possono accettare l’idea che siano i francesi, gli spagnoli, gli inglesi e gli statunitensi ad imparare l’italiano. Chi siamo noi per imporre la nostra lingua e la nostra visione del mondo? Chi era Dante rispetto ad Agneta Falk? Cos’era mai il Rinascimento rispetto allo sterminio dei pellerossa?
Dunque Pichetto si adegui. E qualora sappia già l’inglese ma preferisca utilizzare l’italiano, non lo dica a Crozza e neppure a Crosetto. Gauchisti ed atlantisti potrebbero offendersi.