Non ci sono più gli orgasmi di una volta. Il popolo del destracentro aspettava con grandi speranze lo show dei politici e dei giornalisti politicamente corretti per godere delle loro facce disperate, deluse, amareggiate, indignate. Ed invece ha dovuto accontentarsi di ben poco. Sì, l’Annunziata non nascondeva la profonda irritazione per un risultato inaccettabile. E la Serracchiani – una delle principali responsabili del pessimo risultato del Pd – schiumava rabbia mentre spiegava che era un triste giorno per l’Italia poiché gli italiani avevano votato liberamente.
Ma era tutto lì o poco più. Si intuiva il dilemma di Cazzullo: urlare contro un popolo indecente che votava a destra o gioire pensando agli intellò gauchisti che nei prossimi giorni andranno ad acquistare il suo pessimo libro antimussoliniano come forma di resistenza contro la destra al potere? Sarà il medesimo dubbio di Scurati e di tutti gli altri che campano con libri sul Duce perché se si dedicassero a Togliatti non venderebbero neppure una copia.
Però ci si poteva aspettare di più e di meglio. La fuga, promessa, di Saviano. Macché, non lo si è ancora avvistato all’aeroporto con le valigie. E non se ne sono ancora andati neppure i Ferragnez, Giorgia, Bertè, Ariete. Anzi, l’accoppiata Fazio/Littizzetto riparte con il consueto programma di faziosità assortita. Resta anche il cane della Cirinnà, costretto a prestare il bancomat alla non riconfermata parlamentare. Restano tutti, insomma. Ora e sempre resistenza a spese del popolo che vota Meloni e poi paga il canone per mantenere le comparsate televisive di questi personaggi. Non che sia diverso sulle reti Mediaset. Gli ospiti delle trasmissioni spazzatura sono sempre gli stessi.
Così, per godere almeno un po’, il popolo delle destre (una destra e mezza, considerando il pessimo risultato della Lega) è costretto a seguire su Facebook i profili dei sinistri addolorati. Tra cuori infranti per la demenziale campagna elettorale di Letta, terrore per la vittoria di un partito che toglierà ogni libertà, dichiarazioni roboanti su una resistenza dura e pura sul territorio. Tutti con la speranza che il nuovo governo meloniano si dimostri incapace e si debba tornare a votare in tempi brevi. È quello che sperano anche i chierici della disinformazione di regime. Che non si sono ancora riciclati con documenti falsi che testimoniano la loro adesione antemarcia alla destra più estrema, ma che aspetteranno le prossime settimane per decidere se mantenere la posizione di fieri nemici della destra post/neo fasssista o se farsi riciclare andando a genuflettersi di fronte al mercante di armi. La via più semplice, così non devono neppure studiare il significato di “antemarcia” e possono andare tutti insieme a festeggiare il 25 aprile.