Ci hanno ridotto ad essere stranieri nella nostra Terra;
a guardarci da un oscuro “signore”, l’Europa, da cui dipende il nostro vivere o morire;
vogliono cancellare il nostro essere Popolo e Nazione;
vogliono farci dimenticare il battito del cuore delle nostre Radici, che però pulsa, ancora, nell’eco della nostra Storia; vi prego ascoltiamolo, sentiamolo, perché vogliono farci dimenticare il suono della sua potenza, che si levò, grande, per secoli, in questo scorcio di pianeta. Ricordate: siamo in terra di Eroi, terra d’Italia!
Pensateci: Tutto si decide in questo tempo.
O noi reagiamo, ora, come Popolo, o cederemo, un passo alla volta, un minuto dopo l’altro, un giorno dopo l’altro, sino alla disfatta.
Siamo all’inferno ora: è una certezza, e…possiamo rimanerci, possiamo continuare a farci massacrare, a farci vivere di elemosina, di ossa spolpate gettate dal tavolo, come i vari redditi di cittadinanza o sussidi vari, chiamati con gli acronimi più disparati, possiamo continuare a permettere che le nostre giovani generazioni vivano raminghe per il mondo, emblemi di una illusoria società multietnica e multiculturale, che non esiste, se non nella fantasia caricaturale di chi ha concepito questo mostro sociale, che in realtà è una babele di ghetti, una società apolide e spersonalizzata, senza radici, senza legami culturali, affettivi e umani, senza terra e senza meta.
Possiamo continuare a permettere che noi e i nostri giovani veniamo usati nel tempo migliore della nostra vita e gettati via non appena non saremo più ingrado di rendere oltre il massimo, assecondando i ritmi, le brame e la mutevolezza del dio mercato.
Possiamo rimanerci in questo inferno, oppure aprirci la strada, lottando, verso la luce.
Possiamo scalare le pareti dell’inferno, un passo alla volta.
Io, però, non posso farlo per voi.
Nessuno può farlo per voi e ricordate, nessuno lo farà mai: eppure quanti ne avete contato di illusionisti che ve lo hanno fatto credere?
E ce ne sono ancora: il loro marchio distintivo sono gli slogan e il loro gioco preferito quello delle tre carte.
Con una mano vi danno, con l’altra vi tolgono il doppio.
Ognuno di noi ha commesso degli errori nella propria vita: beh,da questo momento ciò che conterà non è tanto ciò che abbiamo fatto, ma quello che potremo fare e non faremo.
Pensateci, la vita, in fondo, è un gioco di piccoli spazi ed il margine di errore, in questi spazi, è ridottissimo.
Ma gli spazi che ci servono sono dappertutto, li abbiamo intorno a noi, in ogni minuto e in ogni frazione del tempo della vita di ognuno di noi e dobbiamo lottare per ognuno di questi spazi e dobbiamo recuperarli tutti, con determinazione, perché quando andremo a sommare tutti quegli spazi il totale farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, tra l’aver scalato le pareti dell’inferno e l’essere rimasti, bastonati, sul fondo: la differenza tra VIVERE e MORIRE.
Il senso della nostra vita, in questo tempo, è tutto lì: riguadagnare l’uscita da questo inferno, riprenderci tutti i nostri spazi.
Dobbiamo riuscire a poter guardare chi ci sta a fianco, guardarlo negli occhi e potervi scoprire un altro uomo disposto a sacrificarsi volentieri per raggiungere insieme l’obiettivo, perché anche lui è consapevole che quando sarà il momento gli altri faranno la stessa cosa per lui: questo è essere Popolo.
Perciò, o noi risorgiamo adesso come Popolo, o saremo annientati individualmente , uno ad uno: questo è il nostro tempo.
Ricordiamoci chi siamo, di quale scintilla siamo capaci, per la quale molti ci invidiano e altrettanti, se non di più, ci temono.
E’ LA STORIA CHE CI CHIAMA A FARE LA STORIA