C’era una volta l’autostrada Asti-Cuneo da completare; e il collegamento del Terzo Valico da realizzare. C’era una volta un collegamento ferroviario (abbastanza) veloce tra Torino e Venezia, a volte persino con il prolungamento verso Trieste. C’erano una volta le autostrade per raggiungere decentemente la Liguria. Una favola da raccontare ai nipoti, ormai. Perché tutto questo, al governo degli Incapaci, non interessa proprio per niente. Ora l’arma di distrazione di massa è il tunnel tra Calabria e Sicilia.
Un tunnel per far scordare i lavori imposti da De Micheli in piena estate per penalizzare il turismo in Liguria; per far dimenticare i collegamenti ferroviari diretti Est-Ovest cancellati per azzoppare l’economia del Nord; per far dimenticare i ritardi nelle opere infrastrutturali; per non far pensare ai disastri del prossimo autunno quando persino gli italiani riusciranno a capire che l’economia non riparte con gli aiuti a pioggia ma con investimenti strategici. E un tunnel futuribile non è l’investimento prioritario per lo sviluppo economico.
Lo sa benissimo anche il lìder minimo, ma sa anche di poter approfittare della totale impreparazione delle opposizioni. Con Meloni entusiasta degli sgravi per il Sud a patto che diventino perenni e non occasionali. D’altronde chi le va a spiegare che esistono territori pure a Nord del grande raccordo anulare e sono proprio quelli i territori più colpiti dalle decisioni scellerate del governo? Che la cassa integrazione e le chiusure delle aziende si concentrano nelle aree industriali del Nord?
Macché, la rappresentanza dei problemi settentrionali viene affidata a Confindustria. Interessata, ovviamente, al padronato, agli azionisti. Molto meno ai lavoratori. E poi, al di là di Bonomi, chi è che in Confindustria osa fiatare contro il governo? Tutti zitti, defilati, magari pronti a mugugnare in privato per poi diventare ossequienti e disponibili in pubblico. In fondo si possono sempre sacrificare i lavoratori, pur di ottenere qualche vantaggio per gli imprenditori. E il governo degli Incapaci lo ha perfettamente capito.
In teoria, ma solo in teoria, esisterebbe anche un’altra categoria che dovrebbe protestare contro il governo: i presidenti delle Regioni penalizzate. Ovvio che tacciano in Emilia Romagna ed in Toscana, per non creare fastidi al governo amico. Ma dalle altre Regioni ci si potrebbe aspettare qualche ragionamento in più, qualche intervento a difesa dei propri cittadini. Invece niente. Forse perché si è consapevoli di non essere in grado di avanzare proposte concrete, credibili, realizzabili e vincenti.
E allora ci si può dedicare alle critiche contro la pessima Raggi, come se l’amministrazione di Roma fosse il problema principale per tutto il Nord del Paese.