Fabio Meloni ha chiesto ieri, su queste colonne, di passare alle proposte in vista di Ideario 2023. Bene, una proposta è quella di obbligare il circoletto magico della Garbatella a studiare la geografia. Non quella mondiale, sarebbe pretendere troppo, ma almeno quella italiana. Per scoprire, ad esempio, che non esistono solo le coste sul mare – mare che ha meritato un ministero ad hoc – ma anche le montagne. L’intero arco alpino e gli Appennini. Montagne al Nord, al Sud, nelle Isole.

Eppure manca completamente una politica per le Alte Terre. Manca a livello romano – con lo sguardo della Garbatella rivolto solo alle spiagge – e manca a livello territoriale. E questo è anche più grave. Inutile nascondersi dietro al dito (plastificato) di un ministro del Turismo nato in mezzo alle montagne ma che ha conquistato la poltrona per le sue attività imprenditoriali legate alla spiaggia. E poi la montagna non è solo turismo. È cultura, è politica tout court.
Forse per questo la destra fluida ha delegato la politica montana all’Uncem, organismo di stretta osservanza piddina. Un errore madornale, certo non nuovo. Che potrebbe persino essere accettato, se la sinistra avesse trovato una sola idea vincente per il rilancio delle Alte Terre dimenticate. Un’idea che non fosse quella di trasferire a Courmayeur e Cortina la stessa logica di riserva Vip in stile Capalbio.
Idea assurda, sbagliata, nociva. Ma, perlomeno, un’idea. E rispetto al nulla cosmico della destra fluida è pur sempre qualcosa. Ed allora anche Ideario 2023 può servire ad affrontare un tema che riguarda l’Italia intera. Soprattutto alla luce di un cambiamento climatico che rende lo sci un’attività riservata a un gruppo sempre più ristretto di ricchi disposti a spendere cifre assurde per una giornata della famiglia sulle nevi.
Persino a Sestriere i nuovi proprietari (inglesi) degli impianti di risalita stanno pensando ad un potenziamento dell’offerta estiva. Perché il cambiamento obbliga a rilanciare gli aspetti naturalistici, ambientali, culturali. E nella cultura rientra anche il cibo, come ha ricordato spesso Ferdinando Parisella proprio su Electomagazine.

Ma un cambiamento di questo tipo ha il merito di offrire nuove e grandi opportunità a tutte quelle località prive di grandi strutture per il turismo di massa ma ricche di storia, di tradizioni, di intelligenza. Su queste basi si possono creare le condizioni non solo della restanza ma anche del ripopolamento dei piccoli paesi abbandonati.
Il modello potrebbe essere quello di Elva. Ma la destra fluida della Garbatella non sa neppure dove si trovi questo piccolo paese simbolo della rinascita delle Alte Terre.