Ungheria, Serbia e Austria. Sul fronte della lotta contro l’invasione dei clandestini è nata una nuova alleanza che, comprendendo la Serbia, va oltre i confini della stessa Unione europea. E le belle parole di lady Garbatella? Andranno bene per gli italiani creduloni, ma per Orban non hanno alcun valore. Il concetto è semplice: se Piantedosi non è capace di fermare gli sbarchi, se l’Italia ha magistrati che non espellono davvero i criminali, se i rimpatri vengono eseguiti con il contagocce, non saranno gli altri Paesi a farsi carico dell’inettitudine di Roma.
Perché il problema è che non tutti i governi ignorano le ragioni che hanno spinto i rispettivi elettori a votarli. E se ti presenti con un programma elettorale che prevede il blocco navale e poi – per accontentare imprenditori incapaci che vogliono disperati da sfruttare – decidi di far arrivare centinaia di migliaia di migranti, non puoi pensare di scaricare in altri Paesi i clandestini che non vuoi. “L’Ungheria – ha assicurato Orban in una nota riportata da Agcnews – non rispetterà le decisioni dell’UE in materia di migrazioni. Non ci sarà alcuna quota obbligatoria, nessun obbligo di costruire ‘ghetti per migranti’ e campi per migranti”.
Non male, per un alleato di Meloni ormai trasformata nella badante di Biden. Ovviamente il peso di Budapest e Vienna all’interno dell’Unione europea è modesto. Mentre Belgrado non ne fa neppure parte. Però ad inceppare grandi macchinari sono spesso dei piccoli granelli di sabbia. E Orban rischia di diventare il granello che inceppa l’apparato di Bruxelles. Ursula e compagni hanno provato a minacciarlo, a ricattarlo, a punirlo, a togliergli i fondi a cui aveva diritto. Non sono riusciti a “normalizzarlo”.
Perché lui, Orban, ritiene più importante rispondere al suo popolo invece che agli eurocialtroni. E probabilmente non si spaventa neppure all’idea che lady Garbatella possa eliminarlo dalla schiera dei suoi amici. Per far contenta l’amica Ursula, l’amico Emmanuel, l’amico Olaf. E il padrone Joe, ovviamente.