A Pasqua – quindi oggi, visto quando uscirà questa noterella – in teoria dovrebbe piovere. In teoria perché il Meteo lo nega. Anzi, preannuncia una bella giornata. A dispetto del detto popolare: se non piove sugli ulivi, piove sulle uova “. E così probabilmente avremo, eccezionalmente, una Domenica di Pasqua calda e assolata, dopo una splendente Domenica delle Palme. Evidentemente gli Spiriti che governano le piogge sono di umore giocoso. E zuzzerellone. Due domeniche di sole. Segregati in casa….

Comunque, il Sole splende sulle Uova.
E le uova, o meglio l’Uovo, è il simbolo della Pasqua. Da molto prima, però, che vi fosse la festa cristiana. Ed anche di quella ebraica, il Pesach, il “passaggio”, alla quale è, sotto il profilo storico, ricollegabile.
Perché, con l’usuale sincretismo, il cristianesimo ha sovrapposto la sua Festa della Resurrezione ad antichissime tradizioni legate al rinascere della Natura a Primavera. Dopo il lungo riposo invernale. Un riposo simile alla morte.
E il sincretismo, checché si creda, non è una predazione. Un appropriarsi di feste altrui e, in certa misura, adattarsele. E non è neppure semplicemente un processo storico di sovrapposizione tra culti diversi e, nella sostanza, tra loro alieni… Piuttosto, presuppone un modo di pensare diverso da quello cui siamo oggi usi. Non semplice. Non piattamente lineare. Pensare per analogia immediata. Folgorante, si potrebbe dire.
Così la rinascita della Natura, la Terra che rinverdisce nei campi, i fiori che sbocciano e profumano, i frutti che cominciano a pendere da rami sino a poco prima spogli…. conducevano all’immagine del Christo. Che era divenuto la Terra, scendendo nel sepolcro. E che risorgeva., infine, nella luce più tersa e nei profumi della nuova stagione.
Di qui, il simbolo dell’Uovo. Simbolo della nascita del Cosmo dal Caos primigenio, già nelle dottrine Orfiche. E in Esiodo. Le Uova che depone Garuda, l’uccello che, sull’albero dell’Universo, recita senza posa i Veda. E dalle quali nascono tutte le forme di vita. E tutte le stirpi degli uomini.

Vana erudizione, certo. Oggi, le uova, specialmente quelle di cioccolato, sembrano essere semplicemente delle leccornie tipiche della festa pasquale. Come tutte le feste ridotta, ormai, ad usanze e abitudini di cui si è perduto il senso. Oggetti di consumo, che, certo, fanno ancora abbastanza felici i bambini… E sopratutto l’industria dolciaria e i pasticceri…
Tuttavia, provate, la mattina di Pasqua, ad organizzare la cerca delle uova con uno o più bambini… E osservate.
Lo so, non è un uso italiano. Viene dal mondo nordico, da quello anglosassone e, soprattutto, americano insieme alla fiaba del Coniglietto Pasquale. Che, per altro, in origine era una Lepre. Animale che con le sue corse sfrenate per prati e boschi, e i suoi frenetici amori annunciava la Primavera…
Ma voi provate ad organizzarla lo stesso questa Cerca. E, come dicevo, osservate..

Negli occhi dei bambini – ancorché ormai saturi di videogiochi, film e altre immagini artificiali – si accende, a tratti, una luce. Perché, nonostante tutto, loro riescono ancora… a vedere. Come il piccolo Benvenuto nel Bosco Vecchio di Buzzati. Come Johannes nel Giardino Incantato di Frederik van Eeden. Una delle più belle, e significative fiabe moderne. Una fiaba pedagogica. Ma che non insegna ai bambini a divenire adulti. Bensì agli adulti a tornare, in qualche momento, bambini. E a vedere. Con altri occhi. Riscoprendo il senso magico riposto nelle cose. Nella Natura, in certi tradizioni, usi, di cui non ricordiamo più il significato.
E allora l’uovo diviene altro. Un mistero che si schiude. Il segreto della vita che si rivela.
Allora, Buona Pasqua a tutti. E buona Cerca delle Uova. Attenti, però, che non siano uova di serpente. O peggio… Di drago.