Se la destra dimostra ogni volta di non saper fare tv, non è che gli avversari stiano molto meglio. Magari non precipitano ai livelli imbarazzanti di share di Seconda linea e poi di Anni 20, però il successo è tutt’altra cosa rispetto ai risultati ottenuti da “braccino” Cairo con la 7. La tv appiattita su Giuseppe Conte, perennemente impegnata nella guerra contro qualsiasi cosa possa apparire di destra, è riuscita nella bella impresa di perdere oltre il 15% di incassi pubblicitari a gennaio rispetto al primo mese del 2020.

Colpa della pandemia e del terrorismo mediatico di cui le tv sono le principali responsabili? Non proprio. Perché il mercato pubblicitario televisivo è calato, complessivamente, del 2,8%. Con RAI e Mediaset che cedono oltre il 3% mentre Sky vola a +4,7% e Discovery sfiora il 2% di crescita. Dunque è proprio la programmazione della rete di Cairo che non funziona. Nonostante Urbano sia cresciuto economicamente proprio vendendo pubblicità, le ricadute negative della faziosità dei programmi si vedono proprio sul calo degli investitori.
Programmi a senso unico, attacchi a senso unico, inchieste a senso unico. E quando i compagni conduttori lasciano spazio a Giletti, tanto amato (stupidamente) dal centrodestra, ci si ritrova con assurde esaltazioni di personaggi quali Fabrizio Corona ed Asia Argento.

Per il resto la rete cairota paga le stesse logiche micragnose che penalizzano il Torino nel campionato di calcio: risparmi ad ogni costo e, quando si investe per disperazione, errori strategici a raffica. Così il Torino arranca in fondo alla classifica e la 7 perde pubblicità. Il TG di Mentana è patetico, ma non può fare miracoli con le risorse che Cairo concede.
In teoria “braccino” non aveva neppure torto. Ha scommesso sulla platea dei 5 Stelle, sperando che il loro successo fosse duraturo e trainasse gli ascolti. Gli è andata male, cose che capitano. Il Movimento si è sgonfiato, gli ascolti non sono decollati. E poi la concorrenza era vasta, soprattutto da quando è nato il governo rosso giallo: Rai 1, Rai 3, Canale 5. E ancora Sky e Discovery. Tutti impegnati a sparare contro Salvini e Meloni che, nei sondaggi, raccoglievano il 40% dei consensi.
Ora Cairo dovrà decidere cosa fare da grande. Ma non ha spazi di manovra. Gruber non può imparare la correttezza e l’imparzialità dopo tutti questi anni di faziosità; Merlino che si inginocchia per l’afroamericano ucciso dalla polizia ma che ignora il bianco ucciso nello stesso modo, non può trasformarsi in un simbolo dell’equidistanza. La squadra è quella, nel calcio e in TV. E con quella squadra i miracoli sono esclusi.