Il cono Sud dell’America Latina sarà chiamato alle urne verso la fine dell’anno. Sia in Uruguay che nella confinante Argentina le presidenziali si terranno il 27 ottobre e con molta probabilità si assisterà ad un ballottaggio (in entrambi i casi sembra remota la vittoria di uno dei contendenti già al primo turno) tra la sinistra populista e i candidati della destra conservatrice.
L’Uruguay passato alla storia negli ultimi quindici anni come il “Paese della felicità”, soprattutto nel corso del mandato presidenziale dell’ex guerrigliero José “Pepe” Mujica, sembra attraversare una fase di stasi che ha ridato vigore ad una parte delle opposizioni. Dalla prima storica vittoria alle elezioni generali del 2004 il Frente Amplio (Fronte Ampio, FA), con l’elezione di Tabaré Vázquez, ha dato via ad un ciclo che ha consentito l’alternanza alla presidenza tra Vázquez e Mujica alla luce della legge elettorale che non consente la prosecuzione per due mandati consecutivi. Giunti nell’ultimo anno del secondo mandato del settantanovenne Vázquez non sarà possibile, però, replicare l’alternanza per motivi anagrafici, a maggio Mujica compirà ottantaquattro anni e la durata quinquennale della carica presidenziale lo obbligherebbe a sfiorare i novanta al termine del prossimo mandato.
I principali indiziati per le primarie del partito di sinistra sono l’attuale sindaco della capitale Montevideo Daniel Martinez e l’attuale ministro dell’Industria Carolina Cosse (nella foto). Non dovrebbe essere della partita un altro leader storico del FA come Daniel Astori, già ministro dell’Economia con Vázquez e vicepresidente con Mujica, secondo alcuni temendo l’andamento che nel continente latinoamericano sta consentendo ai candidati di destra di porre fine al lungo ciclo socialista ma più probabilmente anche in questo caso per motivi anagrafici (Astori compirà settantanove anni ad aprile).
Nel voto interno potrebbe pesare l’endorsement di Mujica a favore della Cosse per consentire la prima storica candidatura femminile alla carica presidenziale. In contemporanea il Paese voterà anche per i 99 seggi della Camera e i 30 del Senato, al momento controllati dal FA. I primi sondaggi sono stati accolti con un misto di sorpresa ed entusiasmo da parte del Partido Blanco o Nacional (Partito Bianco o Nazionale) che sarebbe avanti di 3-4 punti percentuali alla sinistra governativa. Anche il partito della destra conservatrice terrà le elezioni primarie ma qui il grande favorito è Luis Lacalle Pou, sconfitto nel 2014 da Vázquez e figlio dell’ex presidente Luis Lacalle Herrera.
I voti per sconfiggere il candidato di sinistra potrebbero arrivare dal movimento dei produttori agricoli Un solo Uruguay che da tempo chiedono una riduzione del ruolo dello Stato nell’economia. Molto staccato, almeno nelle intenzioni di voto, l’altro storico partito della piccola nazione uruguayana, il Partido Colorado (Partito Colorato) di tendenza liberale che potrebbe essere fondamentale nel gioco delle alleanze qualora non venisse fuori una maggioranza nei due rami del Parlamento.