Quos vult Iupiter perdere, dementat prius.
Si può discutere se Giove ha colpito solo i giornalisti che esultano per la modestissima crescita del PIL italiano – destinato peraltro a crescere ancor meno nel 2024 – o se, prima, ha voluto perdere gli esponenti del governo che, stupidamente, gongolano perché Francia e soprattutto Germania hanno fatto peggio. Con i tedeschi addirittura in calo.
A tutti loro farebbe bene la lettura del libro di Gianandrea Gaiani “L’ultima Guerra contro l’Europa. Come e perché fra Russia, Ucraina e Nato le vittime designate siamo noi”. Edito da Il Cerchio. Gaiani, direttore del web magazine Analisi Difesa, come sanno benissimo al governo non è per nulla nemico dell’esecutivo. Proprio per questo lady Garbatella avrebbe fatto bene a leggere questo saggio prima di volare a prendere ordini da Biden.
Avrebbe scoperto, ad esempio, che i suoi amichetti d’oltreoceano avevano già pensato alla destabilizzazione dell’Ucraina nel 1957, come evidenzia Gaiani pubblicando un documento desecretato nel 2014, guarda caso quando la rivolta sponsorizzata dagli atlantisti aveva cacciato il presidente filorusso regolarmente eletto. Ma c’è un altro aspetto interessante: la Cia, nel ’57, aveva escluso Crimea e Donbass dalle aree da far insorgere. Perché considerate russe proprio per la popolazione che abitava i due territori.
Gaiani, però, affronta anche le pesanti conseguenze economiche per un’Europa che – rovinata da una pessima classe dirigente guidata dall’ancor più disastrosa Ursula von der Leyen – ha rinunciato ad avere un ruolo autonomo in ambito politico, con ripercussioni su quello economico. Un’economia che era ridiventata la prima del mondo grazie all’energia a basso costo. Ma a Washington non andava bene. Ed ora l’Europa paga il gas yankee a prezzi assurdi e deve rinunciare a produrre acciaio che è alla base di molti prodotti finiti. Proprio ieri sono arrivati i dati relativi al crollo della produzione di alluminio. Con l’Europa costretta ad acquistarlo dalla Russia sanzionata.
Chissà se i geniali consigliori di lady Garbatella lo sanno. Chissà se hanno capito che il calo del PIL tedesco significa, anche, un calo degli ordini alle industrie italiane? No, non lo sanno. Se no eviterebbero di festeggiare. Lasciandolo fare ai telegiornalisti neomeloniani. Quelli che non leggeranno il libro di Gaiani per evitare di spaventarsi per un futuro difficile che hanno contribuito a creare con il loro servilismo.
Certo, Gaiani spiega che anche Mosca pagherà a caro prezzo la guerra. E pagherà a lungo la rottura con l’Europa e l’abbraccio con Pechino. Un abbraccio a cui è stata obbligata dagli europei atlantisti. E che forse permetterà alla Cina di uscire parzialmente vincitrice da questo conflitto. Sicuramente vincitori saranno gli Stati Uniti. Che elimineranno la concorrenza europea ma, con la propria arroganza ed il doppiopesismo stanno favorendo la nascita di un fronte compatto antiatlantista. Il vertice tra Europa e America Latina è stato un fallimento, il piano Mattei per l’Africa non decolla. L’Asia cresce, senza l’Europa. Ma chi glielo racconta a Giorgia mentre flirta con Biden?