Rendere accessibile per tutte le persone fragili un luogo di vacanza è sinonimo di civiltà. Dalla legge italiana, l’accessibilità è definita come la possibilità per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di fruire degli spazi in sicurezza e autonomia, di poter accedere a spazi e servizi. La possibilità di fruire di tutti gli spazi pubblici e privati e di tutti i servizi è un requisito indispensabile per ogni Paese fondato sul principio di uguaglianza.
Non sono solo le amministrazioni le responsabili delle politiche di accessibilità urbana e architettonica, un ruolo attivo viene giocato dai cittadini, soprattutto da coloro che posseggono attività come locali, bar e ristoranti.
È innegabile quanto l’Italia sia un Paese ricco di città d’arte, di storia e di meraviglie uniche in tutto il mondo, come Roma, Firenze e Venezia. Città che non sempre consentono alle persone con disabilità di fruire del loro patrimonio artistico e turistico.
Il discorso si fa più serio è complicato quando si parla di turismo in montagna adattato a persone disabili. Sorge la necessità di interventi affinché anche gruppi fragili possano godere a pieno delle bellezze della natura. Bisogna adottare accortezze che, senza snaturare l’ambiente, rendano semplice la fruizione.
Riteniamo opportuno intervistare su questo argomento Giovanni Ferrero, direttore della Consulta per le persone in difficoltà. È da parecchi anni che Giovanni Ferrero, si impegna per migliorare l’accessibilità delle strutture turistiche piemontesi. Un’informazione necessaria per chi ha bisogni speciali per migliorare il proprio viaggio e non incorrere così in delusioni.
Giovanni, quale errore si compie quando si pensa a un turismo per disabili?
“Nell’ambito del Turismo Accessibile il più grande errore culturale che si è radicato nel tempo è stato quello di targhettizzare le persone con disabilità come un mondo a sé stante, fatto di turisti dissimili “dagli altri”, una nicchia di persone da tutelare più che pensare di soddisfare nelle loro esigenze”.
Che ostacoli incontra un turista disabile nell’organizzare la propria vacanza?
“Un turista con disabilità già a partire dalla fase di ricerca e prenotazione incontra ostacoli e un alto livello di disinformazione che, in alcuni casi, lo spingono ad affidarsi ad associazioni di persone con disabilità per trovare un aiuto in loco. Le associazioni stesse in molte occasioni non riescono però a ottenere dall’operatore risposte a richieste d’informazioni specifiche”.
Come ci si può attrezzare e mettersi nelle condizioni di essere accoglienti a 360 gradi?
“La risposta è più semplice di quello che si possa immaginare: puntare sull’informazione, sulla formazione e soprattutto su una comunicazione diretta ed efficace. Non è necessario stravolgere la propria realtà e pensare di investire enormi somme di denaro per diventare più accessibili e fruibili, ma è fondamentale andare oltre lo standard, essere disponibili a comprendere che bastano piccoli accorgimenti per trasformare la propria apparente inaccessibilità in accoglienza e fruibilità per tutti, senza creare inutili prodotti o servizi dedicati. Il Turismo per Tutti nella sua vera essenza è molto di più e deve andare nella direzione di soddisfare tutti i turisti”.