A volte la colla non tiene. Ha dovuto abbandonare la panchina del Toro il pessimo Mazzarri, hanno dovuto abbandonare le poltrone i consiglieri regionali valdostani consapevoli che il prossimo voto cambierà non poco la composizione dell’assemblea.
Eppure avevano provato in ogni modo a resistere. Spiegando che, senza di loro, anche l’ordinaria amministrazione sarebbe diventata un ostacolo insormontabile. E poi il consiglio doveva restare in carica per combattere la ‘Ndrangheta. Peccato che la crisi politica fosse la conseguenza proprio delle inchieste sulla ‘Ndrangheta che hanno coinvolto troppi politici. Ma bisognava evitare le elezioni per poter affrontare la crisi economica che comincia a farsi sentire anche in Valle. Già, quella crisi che non è stata affrontata negli anni precedenti ma che proprio adesso sarebbe stata risolta.
Questa volta, però, le scuse non sono bastate, una nuova maggioranza raffazzonata non si è più trovata e ad aprile si voterà. Il caos è già iniziato. Movimenti che si spaccano, si uniscono, si dividono, creano nuove aggregazioni. Ci sono più sigle che elettori.
Mancano, invece, programmi che vadano al di là del quotidiano, delle ricette vecchie che hanno portato al declino della Vallée. Manca l’entusiasmo, ed è grave. Ci prova Henriet, rilanciando il progetto indipendentista dell’Arpitania. Ma a volte non basta l’entusiasmo di qualche diversamente giovane per conquistare un elettorato giustamente deluso da scandali a raffica, da mancanza di prospettive, da arresti eccellenti e, ancor di più, da mancati arresti.
La Valle d’Aosta va rifondata, non riformata. Occorre restituire un’anima se si vuole costruire un futuro. È stato tanto comodo barattare l’anima con il turismo, poi però si è scoperto che i soldi dei turisti non erano più sufficienti per garantire a tutti la ricchezza senza far nulla. Il soviet regionale si è ridimensionato, l’assistenza pubblica e le coccole dalla culla alla tomba si sono ridotte.
Non basterà un cambiamento sulle clientele da privilegiare per restituire l’anima a chi se l’è venduta. E non basterà neppure puntare sull’inesperienza come valore assoluto per ricostruire sulle rovine.
1 commento
Abrogazione dell’Art 116 della Carta Costituzionale ( perlomeno per la Valleé)
Poi quando i valdostani sono in mezzo al guado , e non più in confort zone autonomista, vediamo quanti riscoprono l’identità francofona . Passaggio successivo la ricerca di una novella professoressa Viglino che si faccia un viaggio a Parigi o a Berna per perorare la causa indipendentista o annesionista
Nel frattempo la politica valdostana non può rifondare nulla perchè non rifonda neanche se stessa