Aosta ombelico non del mondo ma dell’Italia. Almeno sino a domenica sera, quando si chiuderanno le urne per le elezioni regionali. La Vallée da anni ha ormai un andamento anomalo rispetto al resto del Paese, con una proliferazione di liste autonomiste nate, quasi tutte, per progressive scissioni.
Il centro destra praticamente non esisteva e della Lega non si sentiva l’utilità proprio per la consistente presenza di partiti autonomisti che governavano la Regione autonoma. Mentre la sinistra oscillava tra governo e opposizione, più governo che opposizione.
Il 4 marzo, però, molto è cambiato. Il Movimento 5 Stelle ha eletto una parlamentare sui due espressi dalla Valle, la Lega ha sfiorato il 20% mentre autonomisti e Pd sono stati ridimensionati.
Il voto locale, si sa, è altra cosa. Scattano meccanismi differenti, diventa fondamentale il rapporto personale con il candidato, a maggior ragione in una Regione che conta poco più di 120 mila abitanti.
Così l’Uv può andare incontro a una sconfitta ma il suo leader, Augusto Rollandin, può confermarsi recordman di preferenze.
Difficile fare pronostici, ma ad Aosta sono arrivati i leader nazionali dei vari partiti, a sottolineare l’importanza del voto valdostano che, in passato, era bellamente ignorato.
Il Centrodestra viaggia separato, con la Lega solitaria e Fi e Fdi insieme. I grillini hanno perso pezzi subito dopo il successo di marzo e rappresentano una incognita, il Pd cerca di recuperare uno spazio ma pesa la pessima gestione della città di Aosta.
E poi ci sono le litigiosissime formazioni autonomiste, che si scontrano in campagna elettorale e poi, miracolosamente, si riappacificano quando si tratta di allearsi per governare la Regione. Non tutti. Mouv, l’ultimo nato nella galassia autonomista, ha evitato di farsi coinvolgere ed ora si vedrà se i valdostani hanno apprezzato la coerenza o se hanno bocciato il disimpegno dal governo locale.
Un segnale non solo locale, ma che si estende all’arco alpino occidentale nella prospettiva delle prossime elezioni europee.
Sino ad ora la Vallée è rimasta fuori dalle iniziative per raccordare il mondo delle Terre Alte. Pochissime idee, nessuna collaborazione, nessuna iniziativa congiunta di rilievo. Forse qualcosa potrebbe cambiare già a partire da domenica. A patto che i vincitori mettano da parte il fastidio nell’incontrare montanari di altre regioni, che provino ad aprire gli occhi per ammettere il successo di iniziative realizzate altrove, che la smettano di considerarsi infallibili e migliori. Anche perché i risultati non sono stati proprio entusiasmanti.
Photo credits by Augusto Grandi