Un tempo, quando il giornalismo era leggermente più serio rispetto ad oggi (ci vuole molto ma molto poco) i dati statistici relativi alla Valle d’Aosta erano sempre accompagnati da una premessa: le variazioni percentuali non sono significative poiché i valori assoluti sono eccessivamente ridotti. Se 4 aziende in più esportavano o 4 in meno assumevano, nessuno si sognava di scrivere di un boom dell’export o di una crisi occupazionale anche se, in termini percentuali, gli scostamenti erano del 10%.

Ora, però, quel briciolo di buonsenso è venuto meno e non solo tra i giornalisti di servizio. Gli esperti a gettone ed il pessimo Speranza hanno deciso che due famiglie in più alle prese con il contagio determinano la zona rossa per l’intera Vallée. Perché lo scostamento percentuale è fondamentale per i mentecatti che impongono la dittatura sanitaria, mentre l’idea di valutare la realtà proprio non li sfiora.
In fondo dimostrano la stessa capacità intellettuale degli algoritmi di Zuckerberg, quegli algoritmi che hanno cancellato il post di un campione di scacchi che illustrava lo scontro tra pedoni bianchi e neri. Peccato che la loro stupidità abbia ricadute pesanti sulla vita di poco più di 130mila persone che vivono in Valle oltre che sulla vita di chi, in Valle, vorrebbe entrare.

Un danno che si ripercuoterà non solo nei prossimi mesi, ma per anni. Perché le prenotazioni alberghiere per periodi brevi possono anche essere rinviate al prossimo anno, con la speranza che gli hotel non siano falliti o non siano stati rilevati dalla ‘ndrangheta, ma chi affitta un alloggio per un intero anno o per una stagione, ci penserà a lungo prima di avventurarsi in una spesa che si rivela uno spreco totale. Perlomeno sino a quando la banda Speranza non sarà spedita ad occuparsi di altro.