Di fronte agli atti di vandalismo che, in una periferia torinese, avevano portato alla distruzione di alcune simil insegne di gelateria spacciate per luci d’artista, l’immancabile radical chic – questa volta miracolato dal centro destra con un ruolo culturale di prestigio – aveva tuonato contro le periferie che non sono in grado di comprendere l’arte.
Insomma, non è il caso di regalare le perle ai porci.
Chissà cosa direbbe il miracolato passeggiando per il parco di Champoluc, località turistica valdostana non certo a buon mercato e poco frequentata dai proletari delle periferie.
Nel parco, ogni anno, vengono realizzate alcune sculture in legno che poi restano sul posto ad allietare le passeggiate dei villeggianti. Niente opere astruse, niente arte d’avanguardia.
Eppure sono state ugualmente vandalizzate. In alcuni casi si può immaginare che non si sia trattato di vandali bensì di ladri che si sono fregati un cerbiatto o uno gnomo staccandoli dal resto della scultura. Ma per altre opere non ci sono dubbi sulla voglia di deturpare, di rovinare ciò che è bello. Un pezzo di scultura rotto, spezzato irrimediabilmente. Solo per il gusto stupido di distruggere ciò che non si è in grado di realizzare e neppure di capire.
Anche in questo caso si tratta di perle ai porci, ma i porci non arrivano da quelle periferie che tanto disprezza il guru della cultura centrodestrista. Magari arrivano dalle famiglie che affollano le iniziative del guru. Forse sono suoi vicini di casa.
La stupidità e l’ignoranza non dipendono dal quartiere in cui si cresce. E la mancanza di cultura per apprezzare ciò che è bello, spesso è legata alle disastrose politiche culturali dei radical chic lottizzati da destra e sinistra. Praticamente intercambiabili, perché il fil rouge che li unisce è solo la gestione di un potere fine a se stesso.
Un potere che si disgusta per la vicinanza dei proletari ma che in periferia spedisce opere di pessimo gusto mentre quelle migliori le colloca davanti alle proprie case.