Il brano è di Riccardo Cocciante, eppure “Era già tutto previsto” sarebbe stato il titolo perfetto del concerto che Antonello Venditti e Francesco de Gregori hanno tenuto ieri alle Terme di Caracalla, a Roma, tappa di partenza del tour che riporterà i due cantautori in giro per l’Italia. D’altronde i due hanno dedicato un omaggio a Lucio Dalla, a proposito di scalette scontate, pertanto avrebbero anche potuto proporre come brano eponimo quello del pur vivissimo Cocciante.
E invece no, tutto è filato liscio, senza una sorpresa, nemmeno la pioggia è intervenuta a guastare la festa: poche gocce nel finale e durante i bis, quando il pubblico si è alzato in piedi dietro sollecito dei cantanti, per intonare gli ultimi, famosissimi pezzi del loro repertorio. Sì perché, a parte due o tre relativamente meno note, le scelte sono cadute sulle hit che tutti attendevano di ascoltare ed eseguire in coro: “Buonanotte fiorellino”, “Alice”, “La donna cannone”, “Generale”, “Ci vorrebbe un amico”, “Sotto il segno dei pesci”, “Che fantastica storia è la vita”.
Per scaldare l’ambiente, De Gregori ha anche chiesto al pubblico di ballare il valzer, incitando le coppie gay, lesbiche e arcobaleno. L’unico, timido, finale accenno a un atto politico in un concerto che era politicamente corretto, sì, ma nel segno soporifero della tranquillità e della piacioneria. Basti dire che per compensare l’atteso finale con “Grazie Roma” e luci giallorosse (chissà se la chiusura otterrà lo stesso successo nelle altre piazze del tour), “Roma capoccia” è stato eseguito per par condicio sotto un’illuminazione biancazzurra. E comunque l’umore dei tifosi della “magica” non era certo esaltato, vista la sconfitta nella finale di Coppa, quindi l’esecuzione dell’inno è stata una sorta di premio di consolazione.
Il pubblico si è alzato quando richiesto, ha cantato quando dovuto, ma l’età media decisamente elevata e la forma decisamente scarsa dei due protagonisti ha reso la serata prevedibilmente piatta, noiosa anziché no. Poche le defezioni, eppure qualcuno nel pubblico ha lasciato le Terme anzitempo (nonostante i prezzi non popolari dei biglietti). Pochissimi i vip presenti, tra cui svettava l’ex sindaco Walter Veltroni. I due maxischermi hanno dato forfait dopo pochi brani e la regia dello spettacolo, più che scarsa, era inesistente: un drone per qualche ripresa aerea, ad esempio, avrebbe aiutato le scenografie, vista la splendida cornice archeologica. Tra i due artisti, va detto infine, svetta Venditti, che sfodera il consueto uso “paraculo” della voce, con il noto vibrato, mantenendo però una discreta estensione; De Gregori di voce ne ha sempre avuta poca, anche da giovane, e adesso si limita a parlare i brani, incapace di reggere il confronto con l’amico. Sarà pure il principe e il poeta della canzone italiana, ma siamo sotto Festa della Repubblica, l’età è di pochissimo inferiore a quella di Carlo, ormai non diventerà più re.