La ripetizione della tornata elettorale per assegnare il governatorato dello stato di Barinas, situato nel nord-ovest del Venezuela, ha decretato uno stop inatteso per la compagine governativa.
Se, infatti, lo scorso 21 novembre solamente 3 degli altri 22 dipartimenti regionali erano stati vinti da candidati delle opposizioni, questa volta la caduta di un candidato di peso, il ministro degli Esteri Jorge Arreaza, nel luogo natio del comandante Chávez rincuora la Mud (Mesa de la Unidad Democrática) pur spaccata al proprio interno e incapace di trovare un leader più credibile di Juan Guaidó.
A fine novembre l’uscente Argenis Chávez, fratello del compianto presidente, eletto nel 2017 era stato battuto di sedici voti da Freddy Superlano, membro dell’opposizione su cui pendeva l’incandidabilità per via di precedenti condanne penali. L’impossibilità di far fronte all’investitura di Superlano ha decretato il richiamo alle urne per i cittadini dello stato non lontano dal confine con la Colombia e la decisione del Psuv di cambiare candidato e virare sull’ex vicepresidente di Nicolas Maduro.
Questa volta, però, lo scarto si è notevolmente ampliato richiamando al voto molti cittadini astenutisi cinquanta giorni fa e che hanno deciso di punire il partito di governo. Sergio Garrido, della Mud, si è affermato con il 57,6% contro il 41,3% di Arreaza con gli altri due candidati minori a dividersi il restante 1% dei consensi.
La vittoria di domenica 9 gennaio si aggiunge a quelle negli stati di Cojedes, Nueva Esparta e Zulia, il più popoloso del Paese e il cui capoluogo è la città di Maracaibo. Non moltissimo ma comunque qualcosa da cui ripartire per lanciare la sfida in proiezione delle elezioni presidenziali del 2024 quando tra i principali sfidanti del delfino chavista potrebbe figurare proprio il neogovernatore di Zulia Manuel Rosales.
Il quasi settantenne leader del movimento Un Nuevo Tiempo è fra i pochi ad essersi imposto in tornate elettorali locali (regionali e municipali) anche nel periodo d’oro dei governi guidati da Hugo Chávez nella prima decade degli anni Duemila.