Va bene, Gianni Morandi ha fatto autocritica e, per punirsi, canta con Jovanotti. Ma è tollerabile che Rai 1 mandi in onda un servizio con i vecchi successi del cantante di Monghidoro? Come se niente fosse? Come se la sensibilità odierna potesse accettare testi assolutamente improponibili?
Non è certo tollerabile che, in prima serata, si possa cantare “andavo a 100 all’ora per trovar la bimba mia”. 100 all’ora? Ed i limiti dei 30? E l’inquinamento? Manca totalmente la sensibilità ambientale, ed anche il rispetto per la sicurezza stradale. E poi “bimba mia” a chi? Una chiara discriminazione, una svalutazione dell’elemento femminile della coppia. Ce l’aveva il foglio con la dichiarazione del permesso di chiamarla “bimba” e soprattutto “mia”? Cos’è questo senso del possesso?
Ma c’è di peggio. Passi l’ordine “fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”, come se potesse permettersi di decidere per la morosa. Ma poi si passa alle minacce: “Tu digli a quel coso che se lo rivedo gli spaccherò il muso”. Roba da denuncia. Già definire “quel coso” è una dimostrazione di bullismo. E poi scatta la violenza. In realtà, in quegli anni, il bullo era quello che, da solo, sfidava i ragazzi più grandi per dimostrare il proprio coraggio. Non era il vigliacchetto in branco di questi meravigliosi tempi politicamente corretti.
Il peggio, per Giberna, doveva però ancora arrivare. Con la critica alla guerra statunitense in Vietnam. C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. Indecente! Contro i nostri adorati padroni esportatori sani di democrazia. No, non si possono trasmettere certe canzoni in tv. E se poi qualcuno si pone delle domande? Se si dà anche delle risposte? Meglio che Morandi continui a cantare con Jovanotti, almeno nessuno rischia di pensare.