Viveca Sten, dopo una brillante carriera giuridica, è oggi tra le autrici scandinave di genere di maggior successo internazionale. “In nome della verità” (€uro 19,00 p. 525) pubblicato da Marsilio, è l’ottavo appassionante episodio della serie dei misteri di Sandhamn, con protagonisti Thomas Andreasson e Nora Linde.
Il solstizio d’estate si avvicina e numerosi ragazzini si riuniscono al campo di vela di Lokholmen, la piccola isola che si trova davanti a Sandhamn, nell’arcipelago di Stoccolma. Tra i ragazzi giunti al campo, c’è Benjamin, undicenne dal carattere timido e per niente entusiasta di essere lì: a peggiorare le cose, si aggiungono le vessazioni crudeli, di cui è vittima, opera di due ragazzi prepotenti, mentre i responsabili del corso non si accorgono di niente.
Intanto, una presenza insidiosa e inquietante, spia ragazzi e ragazzine, per individuare una possibile preda. All’improvviso, un dramma oscura la luce del’estate: Benjamin scompare dal campo, scatenando il panico tra i responsabili, angosciati dalla possibilità di un incidente o di un rapimento.
Le indagini sono affidate a Thomas Andreasson e si rivelano subito delicate e complesse, mentre il ragazzino sprofonda in un incubo, lastricato di angoscia, terrore e sofferenze. L’inchiesta sembra giungere a una svolta, quando il colpevole e il movente sembrano coincidere. Sarà proprio Nora Linde, però, mentre si sta occupando di un processo estremamente difficile, a individuare un dettaglio che sgretolerà il muro di verità apparenti su cui si fondavano l’indagine e il procedimento giudiziario, portando alla luce una realtà spiazzante e inaspettata.
Unendo le forze, Thomas e Nora, in un’adrenalinica corsa contro il tempo, riusciranno a sciogliere l’enigma e a evitare una tragedia.
Viveca Sten, si distingue ancora una volta per la scrittura solida, penetrante nel ritrarre le sfaccettature luminose e oscure dell’animo umano e, contemporaneamente delicata e sensibile nel trattare temi come il bullismo, la pedofilia, le dipendenze e la criminalità finanziaria, senza cadere nella trappola dei facili effetti di bassa lega o nel moralismo sterile e artefatto. Colpisce, invece, la profonda umanità dell’autrice e la sua capacità di scendere nell’anima delle persone e della società, doti che contribuiscono a conquistare lettori e lettrici, portandoli dentro la storia e accompagnandoli fino all’ultima pagina.