Ci sono prodotti alimentari che dovrebbero essere vietati. O, al più, con una vendita concessa solo nei luoghi di produzione. Senza alcuna possibilità di essere commercializzati in territori più vasti. Un esempio è il pane guttiau di Mellino Bitti, rigorosamente sardo. Vietato non per qualche carenza igienica, per dubbi sulla produzione, sulla qualità. Ma perché pericolosamente buono.
Come si può mettere liberamente in vendita un pane fatto per durare a lungo, in una confezione da mezzo chilo, e che sparisce in un attimo perché non ci si riesce a limitare? Se proprio lo si vuol vendere al di fuori della Sardegna, che almeno ci sia un bollino di avvertimento. Una qualche possibilità di metter fine all’inevitabile abbuffata.
Forse, però, un limite all’esportazione in Continente esiste. Il prezzo. Eccessivo? Per nulla. E proprio per questo meno conveniente per negozi tradizionali e supermercati che, nel resto d’Italia, vendono il pane carasau e guttiau come se fosse un articolo di gioielleria. Dunque Mellino Bitti può restare sugli scaffali sardi, a meno che non aumenti i prezzi.