Basta con i voli a prezzi stracciati. Le compagnie aeree low-cost hanno chiarito che non ci saranno più le offerte di collegamenti per pochi euro. Che, poi, erano poco più di uno specchietto per allodole. Perché i posti in super offerta erano pochissimi e, ovviamente, non bisognava avere bagaglio, neppure quello a mano da portare in cabina. E bisognava accontentarsi di sedili con spazio per le gambe praticamente inesistente. In ogni caso è finita la pacchia. Ma ciò che è più importante è che anche gli altri biglietti avranno prezzi più elevati.
Pazienza, si viaggerà in treno, anche se in Italia si evita accuratamente di proporre biglietti quasi gratuiti come quelli sperimentati (con grande successo) in Germania e studiati anche in Spagna. Già, ma la Sardegna? Nelle scorse settimane si è scatenata una polemica perché un influencer di scarsa influenza ha cercato un po’ di visibilità pubblicando lo scontrino di quanto pagato per una insalata a Porto Cervo. Tutti ad accusarlo di aver creato uno scandalo sul nulla poiché è ovvio che i prezzi in Costa Smeralda siano molto più alti di quelli delle altre località. Lo sanno tutti: se uno è disposto a pagare ci va, in caso contrario sceglie altri territori della Sardegna.

Tutto giusto, ovviamente. In teoria. Ma non in pratica. Perché l’Isola sta diventando proibitiva in ogni suo territorio. Ci si difende sostenendo che tutti i prodotti di origine non locale devono essere trasportati via mare, con aumento dei costi. Compresa l’energia. Verissimo. Non è colpa dei sardi se l’Isola diventerà sempre più riservata ad un turismo di alta fascia. Perché non è colpa dei sardi se un volo per raggiungere l’Isola ha prezzi proibitivi; se il noleggio di una vettura per spostarsi in Sardegna (il trasporto pubblico è ridicolo) è un furto legalizzato; se anche i traghetti con auto al seguito hanno costi eccessivi.
Ovviamente si può scegliere di puntare, non solo a Porto Cervo, su turisti con altissima capacità di spesa. Però è un rischio. Perché, se per qualsiasi ragione, la moda imporrà nuove mete ed i sedicenti vip se ne andranno, non saranno sostituiti da tutta la fascia di turisti “medi” che hanno garantito i numeri delle presenze nell’Isola.
La ricerca spasmodica del turismo ricco non può essere un successo per tutti. Perché il numero dei ricchi è insufficiente a riempire tutte le località, di mare e di montagna, che cercano di accaparrarseli. E non basta che gli hotel di una località poco famosa in Sardegna costino molto meno rispetto ai 5 stelle della Costa Smeralda. Perché i ricchi possono permettersi spese folli mentre il turista medio deve fare i conti non solo con i prezzi dell’albergo, ma anche con quelli dell’aereo, del noleggio, del traghetto.
Allora, forse, i rischi che si correranno nei prossimi anni sono anche da addebitarsi ai sardi. Ai politici sardi che, tranne rare eccezioni positive che ci sono state, hanno fatto poco o nulla per cambiare una situazione che penalizza l’Isola.