Via libera alle nuove misure anticovid che prevedono zona arancione nazionale per il weekend dal 9 al 10 gennaio ed una zona gialla rafforzata nella prossima settimana. Scuole riaperte l’11 ma è ancora dibattito tra governo e regioni
Indecisione sul tema scuole
Ieri sera si è svolto un Consiglio dei ministri notturno di Conte chiamato a dare il via libera al nuovo decreto anti-Covid che entrerà in vigore il 7 gennaio. L’aria di tensione che ha segnato gli ultimi giorni è stata indice di un forte malcontento, soprattutto da parte delle regioni, verso le disposizioni attuate dal governo nel periodo natalizio. Lo scontro più aspro è avvenuto sul tema scuola: il governo propone la riapertura il 7 gennaio, ma il capodelegazione del PD, Dario Franceschini, insiste per rinviare al 15. Le ministre di Italia Viva non ci stanno così come la titolare dell’Istruzione Lucia Azzolina. Nel mirino del Movimento 5 stelle, invece, il ministro dei Trasporti De Micheli.
Tensione tra governo e regioni
La riunione sembrerebbe aver giunto un accordo sulle restrizioni nazionali in vigore dal 7 al 15 gennaio, accordando un weekend (9-10 gennaio) di zona arancione e una fascia gialla “rafforzata” negli altri giorni. Al CDM Zingaretti ha espresso, però, preoccupazione per la data di riapertura delle superiori. La data più adeguata per il ritorno in classe sarebbe quella del 18 gennaio, in presenza al 50%. “Il rinvio è segno di un caos inaccettabile. Non si doveva arrivare a questo punto quando lo abbiamo detto da mesi che le scuole avrebbero riaperto a gennaio”, hanno dichiarato le ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti. Una fonte di governo pentastellata, invece, dice: “L’organizzazione dei trasporti è stata totalmente assente”.
La mediazione finale
La mediazione ricade sull’11 gennaio come data di riapertura nazionale delle scuole: il CDM dà il via libera al decreto che entrerà in vigore dal 7 gennaio. L’RT questa volta sarà più rigido, così come le classificazioni di rischio regionali.
Sulla questione vaccini, il dpcm includerà una norma secondo cui, qualora un paziente non in condizione di esprimere il consenso libero alla somministrazione sia privo di un tutore legale, sarà il giudice tutelare a rinviare al direttore sanitario o responsabile medico la decisione della somministrazione.