È appena passato il 20 Settembre, o meglio è la sera della giornata ormai conclusa. Per inciso una sera di pioggia. Già pienamente autunnale…
E io sono qui. Cambio canali televisivi, ascolto vari telegiornali, guardo i post che riportano i titoli di giornali… già, perché sono uno di quelli che i quotidiani, ormai, li scorre sul telefono. Non va più in edicola. O meglio, io ci continuo ad andare, ma solo perché è, anche, una tabaccheria…
Insomma sto facendo questo. E noto una… assenza. Che, un tempo non lontano, sarebbe stata semplicemente impensabile.
Perché vedete – lo dico per i più giovani, o meglio per chi ha fatto le scuole di questo ultimo decennio – il XX Settembre è una data importante. Una data cardine della nostra storia nazionale. E non vederla neppure ricordata in un trafiletto, in una notizia a margine tra i problemi del nuovo virus – o nuova versione del virus – e la separazione tra tale Tiziano Ferro (che mi dicono sia un cantante, scusate io sono rimasto a Morandi Gianni e Claudio Villa) e suo “marito” (????)… beh un po’ mi stupisce. E molto mi fa pensare.
Ora, i diversamente giovani, che hanno fatto anche solo una buona quinta elementare (quella con la maestra unica) avranno capito di che sto parlando.
Della Breccia di Porta Pia. La presa di Roma da parte dei bersaglieri. Il completamento dell’Unità d’Italia. Anche se mancavano ancora, ad essere precisi, Trento e Trieste.
Insomma, quello che è sempre stato decantato come l’atto finale del nostro Risorgimento.
So bene che il nostro Risorgimento viene, oggi, messo sempre più in discussione. Per le modalità con cui fu realizzato. Per i risultati cui portò. Per cosa ha, poi, rappresentato, una retorica oleografica, da libro Cuore. Lasciando i problemi da parte. Il verminaio sotto la pietra, come ebbe a dire il Depretis.
Però, vedete… il problema non è la critica del Risorgimento. Sempre legittima, e sono io il primo a sostenere che se ne debba vedere tutti gli aspetti. Rendendo giustizia a quelli che non era d’accordo. Gente come Monaldo Leopardi, Francesco Solaro della Margherita… fior di uomini di cultura. E ai difensori di Gaeta e Civitella del Tronto. Ai veneti che, a Lissa, combatterono nella flotta austriaca… con eroismo. Ho sempre avuto simpatia per le cause perse… e per chi continua a combattere, con le armi e con l’intelltto, sapendo già di essere perdente…
Ma qui la questione è un’altra. Non il revisionismo storico, bensì l’ignoranza, colpevole, della nostra storia. La (voluta?) dimenticanza.
Perché, la si metta come si vuole, il XX di Settembre è una data importante della nostra storia. E andrebbe ricordata, se non altro per non abdicare ad ogni minimo residuo di identità nazionale. Non dico di sovranità, perché quella manco ci ricordiamo cosa sia ormai… ma almeno di identità. Per cercare di segnare una qualche differenza. Per rivendicare il nostro retaggio….
E invece… niente. Pagine e pagine per il fallimento del “matrimonio” di due, famosi, gay. E neppure un rigo, due parole in croce, sulla data che segna il compimento dell’ Unità.
Comincio a pensare che, ormai, gli ultimi patrioti siano i neo-borbonici, i nostalgici degli Asburgo, quelli che rivorrebbero la Repubblica di San Marco…
Loro, almeno, hanno memoria. E l’identità di una nazione risiede nella memoria. Nella capacità, nella volontà di ricordare…
Il resto, sovranismi e simili, è solo fuffa.