Considerando i racconti delle piangine dei Tg italiani, ad accogliere Kim Jong-un a Vladivostok c’erano gli ucraini e non i russi. Perché la vittoriosa avanzata delle eroiche truppe di Zelensky avrebbe già dovuto portare gli atlantisti di Kiev ad occupare l’intera Russia e, forse, ad iniziare la conquista della Cina. Invece, tra un trionfo e l’altro, proprio Zelensky ha spiegato che il conflitto sarà molto lungo.
E, naturalmente, ha chiesto altre armi ed altri soldi. D’altronde la corruzione del suo regime è senza controllo, dunque è indispensabile che l’Europa tiri fuori le palanche. Tante palanche, mica bruscolini. I camerieri dei maggiordomi europei di Biden hanno calcolato che la sola Unione europea dovrebbe stanziare almeno 50 miliardi di euro nei prossimi 3/5 anni. E solo per coprire il deficit di bilancio di Kiev, senza contare i costi per le forniture di armi.
50 miliardi che verrebbero sottratti alla sanità nei Paesi europei, all’istruzione, al sostegno per i più deboli. Ed agli investimenti per lo sviluppo. Il capolavoro dei burattinai di Biden per annientare la concorrenza europea. Ma le piangine sono pronte a ricordare che, senza questi piccoli sacrifici, l’Ucraina dovrebbe affrontare il default tra la fine del prossimo anno e l’inizio del 2025.
Dunque meglio che falliscano le famiglie e le aziende europee. Con il particolare – irrilevante per chi passa la giornata ad inventare avanzate trionfali mentre la NATO si accontenta di narrare progressi di 100 metri al giorno – che un’Europa in profonda crisi economica avrebbe ulteriori difficoltà a mantenere la guerra della cricca di Kiev. A questo si aggiungono le perplessità statunitensi non solo sulla condotta della guerra da parte ucraina ma anche sulla destinazione reale dei soldi e delle armi. Perché continuare a dissanguare i propri popoli per sostenere la corruzione del regime di Kiev comincia a diventare un problema anche in Europa. Con le eccezioni, ovviamente, della famiglia Meloni, di Tajani e di Crosetto. Loro continueranno a sostenere la guerra americana anche quando gli americani avranno deciso di finirla.