La sporca manovra orchestrata grazie ad Éric Zemmour pare destinata ad avere successo. Al ballottaggio per le presidenziali francesi dovrebbero andare – secondo i sondaggi – l’uscente Macron e la sorpresa neogollista Valérie Pécresse. Tagliando fuori lo stesso Zemmour ma, soprattutto, Marine Le Pen che in precedenza era la favorita per sfidare l’attuale inquilino dell’Eliseo. Dunque la destra, in senso lato, dimostra di essere capacissima di suicidarsi non solo in Italia.
È anche vero che sia Le Pen sia Zemmour avrebbero avuto difficoltà ad imporsi in un secondo turno che, immancabilmente, vede gli strilli contro il pericolo fassista, razzista, omofobo per creare un fronte comune di tutte le altre forze politiche. Gli idioti abbondano su entrambi i versanti delle Alpi.
Ma al di là di questo, Marine Le Pen è da tempo che ha perso smalto, che ha perso la spinta propulsiva. Ha scelto la strada della moderazione ma, come sempre e dovunque, l’elettorato preferisce l’originale alla copia più o meno riuscita. Con il brillante risultato di aver rianimato i neo gollisti (dove il “neo” pesa di più del “gollista”) e di aver creato lo spazio in cui si è inserito Zemmour per eliminare Marine dalla scena politica.
Gennaro Malgieri, su Formiche, sottolinea come Le Pen e Zemmour, insieme, valgano il 30% delle intenzioni di voto. Non è per nulla sicuro che “insieme” significhi qualcosa. E che un’eventuale alleanza otterrebbe tutti questi consensi, poiché le antipatie personali e reciproche tra i due gruppi non sono poche. Ed in ogni caso si riproporrebbe al ballottaggio il solito squallido gioco del fronte democratico.
Forse sarebbe stato tutto più semplice se, a guidare i neogollisti fosse stato Xavier Bertrand che appariva più in linea con le politiche del Generale. Pécrasse, al contrario, sembra più moderata, più centrista. Più Sarkozy che De Gaulle. Non il gollismo popolare, della grandeur, della Francia faro culturale d’Europa, nemica degli anglosassoni. I suoi slogan, ricorda Malgieri, sono “Ripristinare l’orgoglio francese” e “Rimettere la Francia in ordine”. Banalità assoluta, insomma. Che significano tutto e nulla.
Però, in anni di nulla cosmico europeo, potrebbero permetterle di vincere. La prima donna a guidare la Francia anche se l’Esagono ha sempre avuto miti femminili, da Giovanna d’Arco a Marianna. Ed in Francia il presidente della repubblica ha veri poteri, non come in Italia dove una eventuale presidenza Cartabia sarebbe solo una scelta di facciata politicamente corretta.
In caso di successo di Pécresse andrebbe riconsiderato anche il recente patto del Quirinale. Perché occorrerebbe capire cosa vorrebbe fare davvero Madame. Un’alleanza franco-italiana come nuova locomotiva d’Europa in attesa che la Germania si riallinei alle posizioni indicate da Merkel? O un accordo per svuotare definitivamente l’Europa e consegnarla a Washington con mani e piedi legati?