Ogni stagione ha i suoi profumi. Soprattutto ogni momento particolare dell’anno, quelle che chiamiamo Feste, senza, in genere, ricordarne il motivo. Nell’origine, nei Dies Fasti dell’antica Roma. Che non erano comuni vacanze. Erano delle sorte di porte di luce, che collegavano il tempo degli uomini con quello degli Dei. Cosa che, ancora, ricordava il Manzoni, quando concepì il disegno dei dodici Inni Sacri. Poi rimasti incompiuti.
Particolari sono i profumi, e i sapori, che da tempo immemorabile accompagnano e annunciano le Feste di Fine Anno.. Ricordo, sin dall’infanzia, l’odore, intenso, dei Mandarini. Per me voleva dire che il Natale era ormai prossimo. E un mio Zio era uso metterne le bucce sopra i termosifoni. Scaldandosi, profumavano ogni recesso della sua, grande, casa. Rigurgitante di libri…
Naturalmente un altro odore, o meglio profumo, è quello della resina d’abete. Oggi, più che altro un lontano ricordo. Gli alberi di Natale “veri” sono praticamente spariti. E, per quanto belli, quelli sintetici hanno odore di plastica… E sinceramente non è un profumo che evochi scene di monti innevati, abetaie, renne, elfi…
Ogni terra ha le sue tradizioni natalizie. E i suoi profumi. Legati al suolo, all’aria, alle tradizioni. Ai cibi e alle spezie.
Se, ad esempio, si passa – ma purtroppo sarebbe meglio dire “passava” – per le campagne del Friuli in questo periodo, si sente un aroma di crauti e aceto che impregna l’aria. È la brovada, in realtà rape viola macerate nella vinaccia. Accompagnamento essenziale dei bolliti e degli arrosti. E soprattutto del maiale. Il “musetto”, una particolare versione del, più noto, cotechino, ma fatto con i tagli meno nobili. Muscoletti interni, lardo…e appunto il muso del maiale. Immancabile, da almeno due secoli – la prima ricetta la si trova in un testo del 1851, ma l’uso è certo molto più antico – sulle tavole di Natale e Capodanno.
Ma se si va molto più a Nord, in Svezia, nella notte di Santa Lucia, le nostre narici vengono solleticate da un aroma speziato. E vagamente piccante, anche se dolce. È lo zenzero, con il quale vengono aromatizzate le brioches di Lussinatt. Il dolce che viene poi consumato per tutto il periodo, sino all’anno nuovo.
Non solo in Svezia, però. Il Pan di Zenzero è diffuso un po’ in tutta Europa, dalle steppe russe alle isole britanniche. Ed è legato profondamente alle tradizioni di Fine Anno. Soprattutto nella forma del Ginger-bred man. L’omino biscottino.
Che è non solo un dolce, ma anche, anzi sopratutto, una leggenda. Curiosa e, a tratti, inquietante.
Perché un po’ ovunque si trovano filastrocche, favole o leggende in cui questo omino viene sfornato e prende vita. Fuggendo al controllo dei suoi creatori. E passa strane avventure, finendo con il venire divorato da qualche animale. Ma, in alcune versioni – russa, ungherese… – è proprio lui a divorare i fornai e tutti coloro che incontra. Sino a un finale in cui viene fatto a pezzi. E tutti quelli che aveva mangiato, escono integri dal suo stomaco. A ben vedere, cosa a suo modo logica. L’omino di zenzero non può avere denti…
Il racconto stralunato – che ha anche ispirato un musical di Broadway, nel 1905, opera di Sloane e Ranken – ci riporta ad altre storie. Alle tradizioni praghesi sul Golem, l’uomo artificiale, creato con il potere magico della Quabballah da un misterioso rabbino.
E, se vogliamo, anche al Franknstyne di Mary Shelley.
D’altro canto, l’origine del dolce sembra sia proprio inglese. Elisabetta I li faceva servire ai suoi ospiti. Una prelibatezza che, probabilmente, avranno gustato sir Francis Drake, il corsaro della regina che fermò l’Invincibile Armada nel canale della Manica, e William Shakespeare. E facilmente anche sir John Dee. Il mago e consigliere reale. L’uomo che ebbe la rivelazione della lingua segreta degli Angeli. E chissà che non abbia avuto anche un qualche ruolo nella creazione dell’omino biscottino…
Perché lo zenzero è una radice cui, tradizionalmente, vengono attribuiti molti poteri. In quanto ha forma proprio di… Omino. O, se vogliamo, di gnomo. Come altre piante magiche. Il ginseng, la mandragola di cui ci parla Machiavelli.
Certo è che viene da oriente. E, in Asia, lo si utilizza per insaporire molti cibi. E per preparati medicinali. È un ottimo digestivo. Anti-infiammatorio, miracoloso per combattere le tracheiti. Migliora la circolazione, e, quindi, è considerato uno stimolante erotico. Insomma, una mano santa, come si dice dalle mie parti.
Quindi, se non lo avete già fatto, siete ancora in tempo. Preparate per San Silvestro un pan di zenzero. E dategli la forma di omino. Poi attendete l’alba e mangiatelo rapidamente . Prima che lui divori voi….. Buon Fine Anno.