Il 1° marzo, il governo annunciava la prima regione italiana a passare dalla zona gialla all’ambitissima zona bianca: la splendida Sardegna. Già da gennaio si iniziava a vociferare sulla possibilità di introdurre nuove aperture e facilitazioni dedicate alle regioni più virtuose in termini di contagi. Ma soltanto a partire dal 14 gennaio dalle chiacchiere si è passati ai fatti, annettendo la zona bianca alle colorazioni a cui siamo oramai abituati.
I requisiti per accedere alla zona bianca
La zona bianca scatta nelle regioni meno a rischio, ovvero laddove risulta possibile non applicare le restrizioni previste per le zone gialle, arancioni e rosse. Il Dpcm sottolinea che possono accedere a questa ambitissima fascia soltanto:
“Le regioni, […], nei cui territori l’incidenza settimanale di contagi è inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive e che si collocano in uno scenario di tipo 1, con un livello di rischio basso.”
In poche parole, per scenario di tipo 1 si intende il possesso dell’agognato RT inferiore a 1, scarsa circolazione del virus, tenuta delle strutture sanitarie e tracciamento dei focolai. Ricordiamo che l’accesso alla zona bianca non è per nulla automatico, ma l’articolo 3 prevede la necessità di un’ordinanza emessa dal ministro della Salute.
Le norme della zona bianca
Il sogno di un’apparente normalità ad oggi si è realizzato solo per la regione di Solinas, ma si spera in futuro che l’intero territorio nazionale si possa tingere di bianco. Cerchiamo di fare chiarezza sugli specifici protocolli previsti dal nuovo Dpcm per la fascia bianca a partire da coprifuoco, ristoranti, palestre e altre attività.
Cosa resta:

Le regole del buonsenso
Nella zona bianca le misure anticovid di base restano. Infatti si chiede ai cittadini di rispettare l’oramai canonico mantra: mantenere le distanze interpersonali, evitare gli assembramenti, indossare la mascherina sia in luoghi pubblici che al chiuso.
Discoteche, stadi e fiere: niente di nuovo su questo fronte
Pessime notizie per discoteche, stadi e fiere: le loro serrande dovranno restare abbassate ancora per un po’, a causa degli inevitabili assembramenti che si possono creare dalle riaperture. Anche se notizie a riguardo potrebbero giungere nei prossimi giorni.
Cosa cambia:
Il coprifuoco posticipato
Prima abbiamo elencato una serie di norme che rimangono stabili. Tuttavia, tra le novità introdotte dalla zona bianca c’è il posticipo del coprifuoco. Se nella zona gialla quest’ultimo entrava in vigore dalle 22 alle 5 del mattino, in zona bianca è vietato spostarsi dalle 23.30 alle 5 del mattino.
La scuola, un possibile ritorno in presenza
La normativa dovrebbe prevedere un rientro a scuola per quasi il 100% dei sardi. Nonostante le indicazioni, i ragazzi dovranno ancora attendere l’ok da parte del tavolo di monitoraggio specifico sul tema.
Spostamenti tra regioni e visite a parenti e amici
In questo caso è necessario fare riferimento al decreto legge del 23 febbraio, che prevede il divieto di spostamento tra regioni fino al 27 marzo. Ad eccezione dei viaggi motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e di salute. Inoltre, è sempre possibile fare rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Per quanto riguarda le visite a parenti e amici non ci sono restrizioni, ma rimangono strettamente sconsigliati.
Ristoranti e bar: finalmente una boccata d’aria
La novità più importante riguarda le aperture delle attività di bar e ristoranti in orario serale. Stando alla nuova normativa: i ristoranti potranno accogliere i clienti fino alle ore 23, mentre i bar fino alle ore 21. Per questo motivo, in zona bianca è possibile ritornare ad andare fuori a cena o a consumare al bancone del bar, oltre le ore 18. Analogamente alla zona gialla, sono sempre consentiti l’asporto e la consegna a domicilio, nel rispetto del coprifuoco.
Palestre e piscine e sport, le novità per gli sportivi
A differenza delle altre zone d’Italia, in Sardegna è consentita la riapertura di palestre e piscine. Nonostante sia prevista questa possibilità, a stabilire le modalità e le tempistiche delle riaperture saranno le diverse ordinanze regionali. Secondo il Dpcm, però, le decisioni verranno prese a livello centrale attraverso l’azione coordinata del “Ministero della salute, del Comitato tecnico scientifico e dell’Istituto superiore di sanità con le regioni interessate per monitorare gli effetti dell’allentamento delle misure e verificare la necessità di adottarne ulteriori”.
Musei teatri e cinema, la cultura torna a vivere
Un’ultima novità incoraggiante riguarda i musei, i teatri e i cinema che possono tornare a ripopolarsi, nel rispetto delle misure restrittive. In realtà, come già annunciato dal ministro della Cultura Franceschini, dal 27 marzo in tutta Italia questi esercizi potranno riaprire. Allo stesso modo, anche le mostre potranno svolgersi non solo nei giorni feriali, ma anche il sabato e nei giorni festivi.
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